Nella logorante diatriba tra Powell e Casa Bianca il focus economia odierno fa ancora una volta pendere l’ago della bilancia dal lato del CEO della FED.
In particolare è stato il Philly FED , prezioso indicatore economico, a segnare un numero di molto superiore alle attese (vedi tabella sottostante).
Dato brillante che ha dato anche un nuovo impulso rialzista alle Borse dove già da un po’ in giornata comunque i compratori si erano rimessi a comprare azioni.
La misura della liquidità disponibile tra QE e tassi americani ai minimi è ben nota per questo ripetiamo da settimane che ogni calo di Borsa è occasione di acquisto.
Focus economia: i principali dati macroeconomici americani di giornata
Richieste di disoccupazione continua | 1.695K | 1.685K | 1.692K | ||||
Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione | 227K | 219K | 227K | ||||
Media delle richieste sussidio di disoccupazione di 4 settimane | 221,00K | 217,50K | |||||
Indice di produzione della Fed di Filadelfia (Nov) | 10,4 | 7,0 | 5,6 | ||||
Nuovi Ordinativi Philly Fed (Nov) | 8,4 | 26,2 | |||||
Vendita di case esistenti (Mensile) (Ott) | 1,9% | 1,4% | -2,5% | ||||
Vendite di abitazioni esistenti (Ott) | 5,46M | 5,47M | 5,36M |
La potenziale euforia sui mercati è stata poi però frenata dall’accoppiata dei dati sulla disoccupazione finiti entrambi sotto le attese
Rimangono su valori vicini ai minimi storici ma comunque è evento da sottolineare se non in rosso… in rosa.
Nulla di nuovo invece dal fronte…immobiliare. Le vendite di case da settimane giocano a rimpiattino: una avanza e l’atra retrocede ma il saldo rimane comunque confortante.
Dow Jones e Borse tra dati economici e guerra dei dazi
La verità è che il Dow Jones, ma in generale le Borse internazionali sono strette tra il giornaliero focus economia che balla tra dati macro americani mediamente positivi e le uscite della Casa Bianca sul tema dei dazi.
Uscite che, come visto anche oggi, hanno il potere di raffreddare immediatamente il sentiment di mercato e fare sparire la voglia di entrare in Borsa.
In questa diatriba tra orsi e tori alla fine decisivo è il ruolo del terzo incomodo.
O meglio incomoda…
Vale a dire l’ingente montagna di liquidità che le banche centrali hanno irrogato nella finanza internazionale e che solo nelle Borse trova un approdo appetibile e remunerativo.
Ecco perché, rally o non rally, siamo ancora in un’era dove si può continuare a investire denaro in Borsa sapendo di avere le spalle ampiamente coperte dal sistema.