Analizzando la situazione di finanza e mercati è evidente che ci troviamo a uno snodo importante.
Le Borse debbono decidere se saltare il fosso della ragionevolezza e lasciarsi trasportare nell’”etere” di una bolla dei prezzi o se restare calmierate in un trading range semplicemente un po’ ampliato rispetto agli ultimi mesi.
Occupiamoci dell’ipotesi più ottimistica.
Vale a dire che. magari spinte da una serie di trimestrali americane positive. le azioni possano iniziare a volteggiare verso l’alto.
In queste fasi di passaggio da pre-bolla non tutto ancora sale indistintamente.
E’ meglio averlo ben presente.
Come gestire i soldi in Borsa?
Come scegliere i titoli e i fondi in fase di pre-bolla
Ammesso dunque che siamo nella fase introduttiva di una bolla dei mercati azionari quali i criteri per fare un corretto stock-picking.
Ovvero come scegliere azioni (e/o fondi azionari) con le migliori prospettive?
Mentre sui fondi è importante fare una prima scriminatura geografica sulle azioni è meglio stare su titoli americani e delle principali Borse europee.
Restando sui fondi comuni di investimento ci si concentrerà su USA, Europa e Giappone con una finestra emerging aperta su Cina ed India.
Come fare l’asset allocation
Possiamo impostare un paio di semplici criteri.
Ovviamente i dividendi e i P/E non possiamo ignorarli.
Ma soprattutto daremo peso e importanza alla forza relativa.
Ovvero tenderemo a privilegiare le azioni o i fondi comuni di investimento che approccino questa fase di prezzi sui massimi arrivandovi con grande forza e senza indugi, quindi con le percentuali di crescita sopra la media degli indici.
Attenzione però: nelle fasi di picco dei prezzi la storia di finanza e mercati ci insegna che le rotazioni sono molto rapide quindi almeno il 50% del portafoglio andrà ruotata settimanalmente proprio sui dati delle chiusure settimanali.
Per quanto invece attiene ai fondi, se come spesso accade questo tipo di rotazione non è possibile o risultasse dispersivo come tempistiche, meglio pre-selezionare gestori attivi.
Insomma non ETF a gestione passiva ma fondi attivi in cui i gestori si prendono a loro carico la briga di fare selezione e rotazione dei titoli in portafoglio.