Fiducia dei consumatori Usa in calo: effetti

Fiducia dei consumatori

Molto interessante la lettura a cui si prestano i dati macroeconomici USA odierni, a cominciare dal dato sulla fiducia dei consumatori.

Si è scesi da 131.3 a 121.5 mentre le attese erano a 121.5.

Un calo della fiducia significativo che ci porta in dote il numero più basso di tutto il 2019, sin qua.

Sia chiaro, in termini assoluti, viaggiamo ancora a livelli di eccellenza ma qualcosa comunque nel mega ciclo economico americano sta cedendo.

Anche dagli altri dati di giornata emerge una prevalenza di uscite inferiori al consensus degli analisti.

Vediamoli.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata: fiducia dei consumatori in calo

    Redbook (Annuale) 5,0%   5,4%
    Redbook (Mensile) -2,5%   -2,4%
    Rapporto sulla fiducia dei consumatori (Giu) 121,5 131,1 131,3
    Vendite di nuove abitazioni (Mag) 626K 680K 679K
    Vendita di case nuove (Mensile) (Mag) -7,8% 1,9% -3,7%

Della fiducia dei consumatori in calo abbiamo detto e sappiamo anche essere dato molto emozionale e volatile.

Il Redbook ondeggia quasi continuamente, quindi il fatto che sia di nuovo in discesa non vale un allarme.

Si verificherà in base al trend a seguire…

Brusco calo dell’immobiliare USA

Da sempre sosteniamo che il settore immobiliare non è in grado di generare, nel breve termine, inversioni dei trend borsistici.

In particolare colpisce la vendita di case nuove che attesa a +1.9% dal precedente -3.7% riesce a fare peggio e di parecchio con un -7.8% che riavvicina i

minimi di novembre 2018 e soprattutto segna il secondo mese negativo consecutivo.

E’ chiaro però che il brusco calo registrato oggi è qualcosa di rilevante.

Va dunque monitorato e solo in caso di conferme in termini di trend delineati potrà considerarsi alert significativo.

La Casa Bianca festeggia?

Abbiamo per primi ipotizzato che Donald Trump non vedesse troppo di buon occhio l’esplosione totale delle Borse USA e del ciclo economico americano già

nel 2019.

Troppo lontano il 2019 dalla tornata elettorale presidenziale di fine 2020.

Viste le infruttuose quanto pretestuose richieste avanzate alla FED di tagliare i tassi sulla base di presunte criticità economiche Trump si è mosso su altri

fronti per agitare le acque.

Il Presidente USA si è mosso infatti su altri perigliosi fronti per agitare le acque.

Dal muro con Messico e relativo shutdown, alla guerra dei dazi, sono stati numerosi i movimenti diciamo anti-ciclici partiti dallo studio ovale.

Tirare troppo la croda era e resta comunque pericoloso ecco perché per “the Donald” la via di qualche inceppo nei dati macroeconomici rimane la via

preferenziale.

La FED è pronta ad intervenire, se nei prossimi mesi i dati confermeranno il rallentamento che ad oggi solo si intuisce, entro l’autunno la Banca Centrale

americana iniziare a muoversi…

E a quel punto Trump potrà festeggiare la piena efficacia delle manovre proprio nel periodo da lui voluto…

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