Fiducia dei consumatori e sentiment UE in negativo

Draghi

Prosegue con la fiducia dei consumatori e altri vari dati negativi la pioggia di numeri cedenti che, goccia a goccia, sta modificando gli umori anche delle Borse.

Le promesse non ancora mantenute da parte delle banche centrali e della BCE in particolare ormai hanno stancato gli operatori.

I quali basandosi sui freddi numeri debbono tirare il freno su nuovi acquisti.

Tabella principali dati macroeconomici UE di giornata

    Indagine sugli affari e sui consumatori (Lug) 102,7 102,6 103,3
    Indicatore dello stato di salute delle Imprese (Lug) -0,12 0,08 0,17
    Fiducia dei consumatori (Lug) -6,6 -6,6 -7,2
    Sentimento del settore dei servizi (Lug) 10,6 10,6 11,0
    Sentimento del settore industriale (Lug) -7,4 -7,0 -5,6

E’ evidente che non parliamo di dati focali.

Nel momento in cui i dati occupazionali, dei consumi e di produzione reggono la valenza dei dati di sentiment è alquanto ridimensionata.

Nel contesto attuale invece risultano un’ ulteriore conferma che c’è molto da darsi da fare.

La fiducia dei consumatori è risalita da -7.2 a -6.6 in linea con le attese  ma non è certo da questi livelli che il ciclo economico potrà attingere quell’energia necessaria a un pieno rilancio.

Non solo BCE e fiducia dei consumatori

Per ridare fiducia alle popolazioni europee è assolutamente necessario abbinare direttive monetarie e iniziativa politica.

Come accaduto negli USA, serve che alle, eventuali ed urgenti, manovre della Banca Centrale Europea corrisponda anche una sponda importante di iniziative politiche.

E qui entra in ballo la rinnovata (?) Commissione UE che in questi anni ha saputo partorire soltanto iniziative che hanno aumentato a dismisura gli impegni burocratici e improduttivi delle aziende.

Oltre a un indirizzo economico restrittivo che ha prodotto un impoverimento diffuso nelle popolazioni.

Specie dei paesi più importanti o comunque numericamente più rilevanti.

Eppure a due mesi dalle elezioni e  con le cariche già assegnate nulla ancora si sente.

Siamo certamente in periodo di ferie ma le crisi economiche non conoscono calendario…

Le singole nazioni possono sicuramente provare ad agire in prima battuta con le proprie idee per rimediare alle criticità incombenti ma poi spesso da Bruxelles arrivano moniti che rendono difficile la convivenza.

Credo che per riportare in auge la fiducia sia ora che a Bruxelles e Francoforte ci chiariscano se il concetto di bene comune ha ancora una qualche attinenza col lavoro svolto da lor signori.

Ovvero se viceversa sono numeri e parametri a sé stanti dalla vita dei cittadini a dominare la scena e indirizzare le scelte politiche e monetarie.

Approfondimento

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