Fiato corto, stanchezza e gonfiore ma anche cuore accelerato dopo i 50 anni potrebbero essere l’avvisaglia di questo importante disturbo 

arterie

Con il cambio di stagione sentirsi un po’ più stanchi e affaticati potrebbe essere normale, soprattutto quando questo avviene in maniera brusca e repentina. L’allungarsi delle giornate e l’aumentare delle temperature porta l’organismo a compiere una maggiore attività e il clima variabile non rende semplice affrontare i nuovi ritmi. Tuttavia se questo stato di malessere si protrae per settimane, potrebbe trattarsi di qualcos’altro da approfondire.

Il nostro corpo infatti è come una macchina che quando qualcosa non va accende una spia. Pertanto, osservare e ascoltare il nostro corpo potrebbe aiutarci ad affrontare prima determinate situazioni. Ad esempio la pelle spenta, costipazione e stanchezza potrebbero essere i sintomi di un affaticamento del fegato.

Così come fiato corto, stanchezza e gonfiore addominale potrebbero indicare un problema serio da non sottovalutare soprattutto con l’avanzare dell’età. Avvertire la mancanza di fiato anche in posizione supina, di appetito, confusione e deterioramento della memoria potrebbero essere il campanello d’allarme del cosiddetto scompenso cardiaco. Si tratta di una patologia cronica che si determina quando il cuore perde la capacità di pompare sangue in tutto il corpo in maniera sufficiente alle richieste dell’organismo. Se non diagnosticata in tempo o se non curata può provocare anche un infarto del miocardio.

Fiato corto, stanchezza e gonfiore ma anche cuore accelerato dopo i 50 anni potrebbero essere l’avvisaglia di questo importante disturbo

Lo scompenso cardiaco non sempre è clinicamente evidente, soprattutto nello stadio precoce in quanto spesso si è asintomatici o con sintomi lievi. Ma con l’avanzamento della patologia questi ultimi diventano sempre più evidenti da determinare in alcuni casi ricoveri a seguito di malesseri avvertiti.

Gli esperti classificano la gravità dello scompenso cardiaco in base al livello di limitazione nello svolgimento dell’attività fisica. In particolare si suddivide in 4 classi di gravità crescente. Nella prima rientrano i pazienti asintomatici, nella seconda con sintomi lievi, nella terza si oscilla da moderato a grave, nella quarta lo scompenso è grave.

Quando viene diagnosticato uno scompenso cardiaco è necessario un cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari. Questa è una regola fondamentale da seguire soprattutto con l’avanzare degli “anta”. Praticare una regolare attività fisica aerobica di intensità moderata potrebbe allontanare le malattie dell’invecchiamento e migliorare la qualità della vita. Inoltre per non rischiare che saltino cuore e circolazione bisognerebbe ridurre il consumo di sale, spesso utilizzato più del dovuto in cucina.

Controllare peso e pressione arteriosa insieme ad una terapia farmacologica potrebbero essere dei rimedi efficaci per ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita. Per prevenire questa malattia è necessario adottare uno stile di vita attivo, nonché allontanare i fattori di rischio cardiovascolare, come colesterolo, ipertensione e sovrappeso. Infine è fondamentale per i soggetti a rischio sottoporsi a regolari controlli e visite cardiologiche.

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