FED: si avvicina il momento della verità. Bolla in arrivo

Fed

Finalmente mercoledì la FED sarà costretta a togliere il velo sulle proprie prossime mosse in ambito di politica monetaria.

Non è più tempo di parole e di velate aspettative.

Jerome Powell, tra le pressioni di Donald Trump e gli ancora brillanti dati macroeconomici USA, dovrà fare una scelta.

Il secondo taglio da 0.25% non è in discussione ma saranno le mosse successive a fare la differenza prima ancora sulle Borse che sull’economia reale.

I tassi di interesse come alimento

In quella che definiamo l’”era della dominazione monetaria”© i mercati finanziari sanno di potersi muovere al ribasso in misura limitata.
Questo per il timore che le progressive ondate di liquidità immesse dalle banche centrali e in cerca di remunerazione lascino poi col cerino in mano chi punta su un ritracciamento dei prezzi.

Prezzi che appunto sono rispettosi più degli ingenti flussi di liquidità in arrivo che non dei numeri che giungono dall’economia reale.

FED nuovi rialzi in vista

La sensazione è che la FED non potrà esimersi da confermare almeno un altro mezzo punto di tagli in arrivo da qui al massimo a inizio 2020.

Quindi tre tagli da 0.25%.

Uno subito e due a breve termine.,

Il saggio USA rimarrebbe comunque all’1,50% abbastanza dunque per la FED per fronteggiare future criticità senza essere a mani vuote.

Non abbastanza invece probabilmente per calmierare un Trump alla spasmodica ricerca della formula per garantire la crescita continua per tutta la durata del suo mandato…

Presidente USA concentrato specialmente a garantirsi nuove fasi di crescita economica e borsistica durante la fase di campagna elettorale che inizierà tra un anno e che lo vedrà nuovamente in corsa.

Incremento degli utili o bolla dei prezzi

In questo contesto di una FED forzata ad agire e che maschera le proprie mosse avventate dietro al paravento del contesto internazionale cosa aspettarsi dalle Borse?

A parte qualche focolaio di breve, se i tassi verranno tagliati e in pieno QE europeo, le Borse avranno ben poche probabilità di scendere significativamente e in modo duraturo.

Quindi i casi sono due: o le trimestrali segneranno forti incrementi degli utili  per accompagnare nel solco della ragionevolezza la crescita dei prezzi azionari, ovvero i prezzi saliranno giocoforza per la montagna di denari in arrivo ma si tratterà di una vera e propria bolla speculativa.

E attenzione perché mentre nel primo caso i livelli di crescita percentuale rimangono collegati a una logica, quando partono le bolle (ultima quasi 20 anni fa…) la logica scompare e i prezzi possono salire oltre ogni aspettativa…

Fino allo scoppio della bolla stessa…che però può durare fino a circa 18 mesi!

Approfondimento

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