FED rimane “paziente” e l’economia cresce

Borse

Riflettori puntati sull’audizione di ieri del Presidente della FED Jerome Powell.
Il quale ha ulteriormente confermato che la FED manterrà un approccio definito paziente, nonostante le condizioni dell’economia USA vengano ritenute genericamente buone.

Preoccupazioni sparse per Powell

Risulta evidente che se Powell si è così ammorbidito rispetto alla posizione di dicembre con cui ipotizzava due o anche più rialzi dei tassi nel 2019 qualcosa deve pure preoccuparlo.

E sono preoccupazioni sia interne  che esterne agli Stati Uniti.
All’interno dà da pensare il comparire in ordine sparso di dati macroeconomici meno brillanti che nel 2018, Powell non può fingere di ignorare una BREXIT ancora in divenire e nel contempo il precario stato di salute economica dalla zona UE.

BREXIT ancora in alto mare

Theresa May ha tempo fino al 12 marzo per convincere il Parlamento britannico a votare a favore degli accordi sin qui siglati con la UE ed evitare il NO deal.
La May sostiene di avere ottenuto migliorie che peraltro a Bruxelles minimizzano con sottile arte di anti-diplomazia.
Basterà ai Parlamentari britannici?
Difficile: al momento la soluzione più probabile in alternativa al NO deal pare un rinvio ulteriore.
E sappiamo quanto agli americani le incertezze, anche dei partners, siano poco gradite…

FED: settore immobiliare USA a due facce

Anche dal settore immobiliare interno degli USA sono giunti ieri dati contraddittori.

Il crollo dell’apertura di nuovi cantieri ha offuscato l’eccellente dato sui Permessi di costruzione.

E’ vero che il dato sui Permessi segnala una nuova ripresa in arrivo ma nel frattempo la FED ha incassato il peggiore calo da 8 anni a questa parte

Il peso di Donald Trump

Sappiamo come Trump goda di un vasto seguito popolare più che non a livello di mass media.

Ebbene i continui richiami di Trump alla FED ritenuta responsabile dei rilevanti cali di borsa avvenuti nei mesi scorsi debbono aver sortito degli effetti.

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