FED, mercati azionari e rialzi dei tassi

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La FED non torna indietro…per ora

Per primi avevamo scritto che ben difficilmente la FED avrebbe potuto alzare i tassi due o addirittura tre volte nel corso del 2019.

Ancora, avevamo scritto che la politica monetaria sulla scia di forti cali sull’azionario avrebbe subito una inversione dapprima verbale e poi negli atti pratici.

Ora Powell  ha anticipato i tempi di un ‘uscita verbale che ha molto contribuito a ridare fiato ai listini di borsa.
Esattamente quello che la FED voleva: guadagnare tempo e livelli di prezzi
in modo da poter piazzare almeno un altro rialzo dei tassi a gennaio ovvero a febbraio.

Precipitano le aspettative degli operatori

A fine dicembre la quasi unanimità degli operatori di attendeva almeno due rialzi dei tassi da parte della FED nel 2019.

Ora dopo l’uscita di Powell sono scesi al 30%!

Ma cosa ha detto il Presidente della FED di così rassicurante?
Le parole sono queste: «saremo pazienti nel guardare come evolverà la situazione dell’economia».

La realtà è che gli operatori desideravano ardentemente trovare gli appigli per dare una tregua alla discesa delle quotazioni.

Di conseguenza hanno voluto attribuire una direttrice alle parole riportate che, ragionando con calma e distacco, appare tutt’altro che scontata.

Non solo Apple osservata dalla FED

Dopo il forte calo degli utili anticipato da Apple, nei prossimi mesi il rallentamento globale farà certamente sentire i propri effetti anche su molte altre importanti aziende americane.

Riteniamo il calo di Apple soltanto all’inizio e non sarà qualche rimbalzo a farci cambiare idea.

Piuttosto potranno essere coinvolte nelle prossime fasi di debolezza anche titoli di aziende che invece per il futuro poi conservano ottime prospettive di ripresa post rallentamento.

Per citarne due: Tesla e Netflix

La FED deve correre

In vista di questo la FED  non ha dunque molto tempo ed ecco spiegata l’ abile mossa del suo Presidente.

Solo un collasso anticipato delle quotazioni di borsa gli  potrà impedire di realizzare almeno un altro rialzo dei tassi interesse.

E, in questa direzione, il tempo guadagnato  si rivelerà prezioso per quando, ripeto gennaio , massimo febbraio, la  FED magari un po’ a “sorpresa” realizzerà quanto già stabilito da tempo.

Poi starà agli operatori di borsa stabilire quanto ulteriormente fare scontare alle quotazioni azionarie il leggero aumento del costo del denaro…

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