FED: l’inflazione si muove, a rischio i tagli dei tassi?

fed

Pare proprio che la FED proseguirà nelle manovre espansive con ulteriori tagli dei tassi di interesse.

Questo almeno è quello che scontano i rialzi dei mercati azionari.

In Europa guidano le Borse le attese sulle mosse, non meglio definite, della BCE, negli USA quelle sui tagli della FED.

Se la vigilia di Mario Draghi sarà senz’altro tormentata non da meno possiamo immaginare saranno agitati anche i sonni di Jerome Powell.

FED: con nuovi tagli forte rischio di alzare l’inflazione sopra le soglie desiderate

Quel Jerome Powell che oggi ha ricevuto se non uno schiaffo un buffetto ben carico dai dati sugli indici dei prezzi negli USA.

Vediamoli:

Indice dei principali prezzi di produzione (Mensile) (Ago) 0,3% 0,2% -0,1%
Indice dei principali prezzi di produzione (Annuale) (Ago) 2,3% 2,2% 2,1%
IPP (Mensile) (Ago) 0,1% 0,1% 0,2%
IPP (Annuale) (Ago) 1,8% 1,7% 1,7%
Vendite del commercio all’ingrosso (Mensile) (Lug) 0,3% 0,2% -0,3%

 

Gli indici dei prezzi alla produzione sono stati in linea col consensus su base mensile ma su base annuale si sono portati a +1.8% versus +1.7%.

Considerato che ad agosto gli effetti del primo taglio non si erano ancora pienamente dipanati possiamo pensare che il trend dei prezzi potrebbe assestarsi verso quel 2% che è considerato target ideale dalla FED.

Questo a bocce ferme.

Valutato però che la Banca Centrale americana si accinge ad incrementare ulteriormente la massa monetaria (M) coi nuovi tagli si giunge alla conclusione che vi sono elevate probabilità di andare ben oltre il 2%!

La Federal Reserve deve già programmare rialzi dei saggi di interesse?

La cosa beffarda della questione è che se ciò accadrà veramente, la FED dovrà a breve programmare nuovi rialzi dei tassi per evitare effetti inflazionistici che portino poi a una eccessiva lievitazione dei prezzi.

D’altronde solo alzando i tassi si possono contenere le pressioni degli IPP.

Tra l’altro in tabella notiamo come anche le vendite del commercio all’ingrosso abbiano segnato un improvviso risveglio a +0.3% da -0.3%!

E sappiamo quanto il settore dei grossisti tenda ad essere sempre più trascurato se non saltato specie dalle grandi multinazionali.

Tra outlet e negozi monomarca si preferisce sempre di più  la vendita diretta.

Il dato sui grossisti quindi ci dice che anche V, ovvero la velocità degli scambi è in aumento…

Aumenta M, aumenta V…il risultato è scontato: un’impennata dell’inflazione è dietro l’angolo.

Che farà la FED con l’inflazione in aumento?

Nel caso ciò si realizzasse come potrà la FED andare oltre coi tagli dei tassi in qualche modo già scontati dai mercati: ovvero due tagli da 0,25 entro ottobre massimo entro fine anno?

Vi è da tenere conto che nella FED si agitano anche i cosiddetti falchi.

Ovvero membri del Board che non condividono assolutamente questa politica iper-espansiva che Powell ha adottato.

Tanto più in un fase ancora brillante dell’economia. USA.

Per ora, con l’inflazione quieta, se ne sono stati buoni ma se i prezzi prendessero ad agitarsi il buon Jerome vedrà dissolta quella compattezza del consiglio della FED che molto lo ha aiutato negli ultimi tempi.

Tanto da fare retromarcia sui due tagli dei tassi già contabilizzati?

Sul primo lo andremmo ad escludere ma sul secondo le possibilità di una nuova inversione ad U o almeno di una frenata della FED da oggi sono di molto aumentate.

Consigliati per te