FED: la longa manus sui mercati

L’ avvio di giugno ha molto in comune con gennaio quando le parole di apertura monetaria della FED diedero di nuovo slancio rialzista alle Borse USA e non solo.

Maggio è stato un mese complicato per l’equity con l’indice MSCI World intorno al -6%,

A seguire anche i corporate bond e gli high yield bond  sono entrati in sofferenza con l ‘allargamento degli spread e un deciso calo dei corsi.

Insomma una vera e propria ondata di avversione al rischio.

A  giugno, invece i mercati specie azionari hanno dato vita a un recupero che già ad oggi possiamo definire significativo.

La FED smuove il sentiment dei mercati al rialzo

Il recupero di circa il 4,5% dell’ S&P 500 è stato significativo.

E a chi cita il dato deludente sui nuovi positivi di lavoro dico che forse proprio qualche dato poco brillante, atto a smuovere la FED, è quello che gli operatori di Borsa tendono a premiare.

E’ evidente che l’apertura della FED sul fronte del taglio dei tassi di interesse vale più di un’assicurazione per le Borse.

Nuove ingenti quantità di liquidi pronte a cercare remunerazione e, vista la mancanza di vere alternative, pronte a sbarcare per lo più in Borsa!

Vedo un po’ meno pronta la reazione sul fronte dei bond corporate e high yield.

Bond più o meno ad alto rischio che, presumibilmente, vedranno il denaro arrivare  quando le mosse della FED inizieranno ad apparire a data se non certa almeno orientativamente definita.

FED: e con l’inflazione che si fa?

Sono da poco usciti dati sull’inflazione USA che continuano ad annacquare la voglia della FED di mettere mano a un ciclo di economia in crescita e in assenza di inflazione.

Anche l’indice dei prezzi al consumo ha fatto meno delle attese +1.8% versus +1.9% sconsiglia di mettere altra massa monetaria in circolazione prima del tempo.

Proprio ieri sui dati dell’indice dei prezzi alla produzione abbiamo descritto il rischio di generare una inflazione cattiva!

Per smuovere la FED serviranno dati macroeconomici negativi

Venerdì 14 giugno, vedremo comparire sui tabelloni i dati delle vendite al dettaglio di maggio negli Stati Uniti.

Se sarà confermato un effettivo rallentamento come ipotizzato dopo i dati occupazionali ecco che per la FED il semaforo sui tassi da rosso passerà almeno all’arancione.

E sei dati saranno sì negativi ma senza esagerare alle Borse potrebbe andare più che bene.

D’altronde Donald Trump spinge ed è pur sempre il Presidente.

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