Fed e Borsa USA tra proiezioni ed indicazioni

Borsa USA Fed

La Fed ha confermato un atteggiamento dovish, ma la borsa e l’economia USA, dove stanno andando?

Indicatori economici

Probabilmente uno dei riferimenti essenziali di questa politica monetaria, riconduce a indicatori anticipatori e confermatori della situazione economica.

Tutti orientati in senso ribassista.

Cli e curva dei rendimenti paiono proprio voler confermare un cambio di trend da positivo a negativo, e probabilmente parte significativa del board della Fed, probabilmente anche Powell, assegna loro un certo peso nelle decisioni della banca centrale.

Da parte sua il pil non indica valori negativi, ma un tasso di crescita in ribasso a partire dal settembre dello scorso anno.

Le valutazioni degli operatori

Per gli operatori di borsa, soprattutto coloro che si occupano di investimenti a medio o lungo termine, il mancato rialzo dei tassi, da un punto di vista quantitativo non differisce rispetto ad una previsione ribassista delle stime di crescita.

Del resto, è evidente che prevedere risultati societari in linea con quelli del precedente esercizio, ma ridotti ad esempio di un 10 per cento in termini di valore reale per dinamiche inflattive, invece che prevedere assenza di inflazione, ma utili ridotti comunque del 10 per cento, non sposta la questione.

Pertanto, quel che la Fed non determina in termini di incremento dei tassi, lo fa riducendo le stime di crescita.

A tale riguardo occorre considerare che uno dei principali indici azionari, il Dow, ieri quotava su un p/e di circa 18, a fronte di un fair value di equilibrio, basato sul tasso dei bond decennali, di circa 13, quindi ancora in fase di quotazione a premio.

Anche per questo motivo, riconducibile a stime econometriche, è probabile che la fase di rally sia considerata di natura correttiva, come alcuni analisti ed investitori hanno affermato.

Questa tesi trova conferme in analisi cicliche e tecniche?

Il Dow tra cicli, setup e resistenze

Il Dow jones si trova nel suo quarto sottociclo di lungo, come da grafico seguente.

L’analisi ciclica ci consente talune considerazioni.

Il massimo pare essersi formato dove solitamente si posiziona in un ciclo rialzista, cioè tra terzo e quarto sottociclo.

Il massimo, in questo quarto sottociclo, a differenza di quanto verificatosi nei precedenti, pare aver però anticipato la formazione di un bottom, quindi siamo in una sequela ribassista, non rialzista.

Peraltro il minimo di dicembre ha rotto al ribasso il minimo di fine terzo sottociclo, ed ora le quotazioni hanno raggiunto la trend line di resistenza di un ampio canale ribassista.

Siamo peraltro giunti in corrispondenza di un setup mensile di prezzo e tempo, in base a tecniche, basate su quadrati di Gann.

Sin dal massimo di ottobre 2007 si potevano proiettare alcuni pattern, compresi quadrati del massimo e del range.

Il grafico qui sopra evidenzia un quadrato del range, e notiamo che i prezzi, su barre mensili, stanno seguendo un vettore angolare, contro il quale si sono portati, resistenza che quindi funge da potenziale target di prezzo.

Il quadrato del massimo evidenzia invece come siamo in presenza di un setup temporale.

Peraltro tali setup già in passato hanno spesso corrisposto a punti di svolta, come evidenzia il seguente grafico:

Fed e Borsa USA: conclusioni

indicazioni macro, econometriche e setup ciclici e spazio temporali evidenziano come la borsa USA sia ormai giunta ad un bivio.

Possibile che sia arrivata all’apice della fase rialzista intrapresa a dicembre.

Solo un superamento rialzista della attuale resistenza condurrebbe verso la probabilità di formazione di nuovi massimi.

 

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
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