FED, che accade se la nuova strategia risulta troppo cauta

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La nuova politica economica della FED, che dovrebbe consentire di raggiungere meglio la piena occupazione, potrebbe essere troppo cauta. Lo dicono alcuni funzionari della Banca Centrale americana e anche vari analisti. L’Ufficio Studi di ProiezionidiBorsa ha raccolto queste voci ‘contrarian’, ecco cosa potrebbe accadere.

L’impegno della FED fino al 2023

Alla fine dell’ultima riunione monetaria, mercoledì scorso, il Presidente della FED Jerome Powell si è formalmente impegnato. Permetterà all’inflazione di superare il 2% senza aumentare i tassi, al fine di raggiungere il nuovo obiettivo della Banca: favorire il tasso massimo di occupazione. Tuttavia, secondo vari osservatori, avrebbe dovuto prendere un impegno più fermo quando saremo più sicuri di raggiungere questo obiettivo di occupazione.

Lo ha dichiarato anche Neel Kashkari, presidente della filiale FED di Minneapolis, che mercoledì scorso aveva votato contro la storica risoluzione. Egli ritiene che gli economisti e i banchieri centrali siano erroneamente preoccupati per l’aumento dei prezzi, causato dalla bassa disoccupazione. Dopo la recessione 2009 e la crisi finanziaria globale, l’inflazione Usa raggiunse il 2% fissato dalla FED. Ma la disoccupazione era diminuita, fino a toccare, nel 2020, prima della crisi Covid-19, il livello più basso mai visto negli ultimi 50 anni.

Chi preferiva una maggiore flessibilità

FED, che accade se la nuova strategia risulta troppo cauta. Anche il Presidente della Riserva Federale di Dallas, Robert Kaplan, ha ammesso di preferire una maggiore flessibilità nella politica dei tassi. Perché la FED ha gli strumenti per combattere l’inflazione elevata, ma è scoperta di fronte al ciclo attuale, che vide moderati aumenti dei prezzi. L’inflazione bassa pone, insomma, sfide molto ardue in questo momento, alle economie avanzate di tutto il mondo.

FED, che accade se la nuova strategia risulta troppo cauta

Ma se la disoccupazione rimanesse alta e l’inflazione restasse bassa per un periodo prolungato, ci ritroveremo come in “Ritorno al Futuro?” Cioè come all’inizio degli anni ’80 negli Stati Uniti, dove sia le aspettative di inflazione sia la spirale tra salari e prezzi rallentavano? Se i tassi si avvicinano allo zero, le conseguenze sull’economia sono chiarissime.

Boom azionario e aumento delle disuguaglianze sul patrimonio. Attualmente il Presidente FED stima che l’inflazione americana toccherà l’1,2% nel 2020 e raggiungerà il 2% nel 2023. Intanto la fiducia dei consumatori negli States sale anche a settembre. Secondo la lettura preliminare effettuata dall’Università del Michigan, l’indice si attesta questo mese a 78,9 punti dai 74,1 punti di agosto. Sono state battute le attese degli analisti: infatti il consensus stimava una fiducia a 75 punti.

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