Fed: alzerà i tassi? Trump o Powell?

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Le attese di BofA sulla Fed

Ci siamo. Mercoledì prossimo, la Federal Reserve deciderà se aumentare, anche solo per l’ultima volta nel 2018, il tasso di interesse sul dollaro, oppure no.

Fed  o Trump: chi vincerà?

Nel primo caso l’organizzazione guidata da Jerome Powell, farebbe felice la comunità degli analisti che già da tempo ha pronosticato come certo il rialzo. Nel secondo, invece, darebbe una gioia al presidente Usa Donald Trump che da tempo va predicando uno stop. L’ultima uscita in tal senso si è avuta non più tardi di un paio di giorni fa. Recentemente, infatti, Tycoon ha confermato che secondo lui sarebbe una follia appesantire ancora di più il dollaro in un momento così delicato come quello che stanno vivendo i mercati.

Wall Street ed effetti tassi della Fed

In effetti le borse Usa non sono proprio al meglio. Ieri infatti alla fine degli scambi il Nasdaq Composite ha perso il 2,26% a 6.910,67 punti, così come il Dow Jones a -2,02% a 24.100,51 punti e l’S&P 500, -1,91% a 2.599,95 punti. Nessuna differenza nemmeno per il Russell 2000, -1,53% a 1.410,81 punti.

La Cina in fase di rallentamento sarà stata tra i primi imputati ma adesso l’attenzione si concentra su quanto deciderà la Fed.

La view di Bank of America su Fed e tassi

Ne è convinta anche Bank of America secondo cui il biglietto verde potrà essere soggetto a possibili ribassi. Anche perchè in parallelo la Bce ha confermato lo stop al QE a cominciare da dicembre. Ma la strada da percorrere è irta di ostacoli. Prima di tutto la consapevolezza crescente che l’economia mondiale non sta crescendo. Anzi. E Pechino ne è la dimostrazione. Ma nello stesso tempo la determinazione a non poter portare avanti ancora le politiche di stimolo ormai ultradecennali. Se non altro per l’impatto deleterio che hanno avuto sia sul sistema bancario che sul fronte di risparmi e investimenti.

Anche la Bce è prudente

Se una possibile recessione si prospetta (possibile, si ricordi) sarebbe comunque prudente conservare ancora qualche munizione per eventuali provvedimenti di sostegno.  Il tutto senza però appesantire l’economia. Insomma, una quadratura del cerchio ben difficile da trovare.

Non per niente, lo stesso Mario Draghi, governatore della Bce, ha usato toni cauti nel descrivere la situazione macro del continente europeo. Tanto da arrivare a parlare di possibili, nuove strategie a favore del sistema bancario. Partendo da questa considerazione Powell e soci si trovano di fronte ad una serie di strategie che implicano un atteggiamento se non prudente, per lo meno di equilibrio.

Le scelte sui tassi

Ad ogni modo la view della Bank of America sulle prossime decisioni del board Fed, preview riassunta nel suo report intitolato “Fomc: navigating a dark room” è precisa. Nell’immediato l’attesa è per un rialzo di 25 punti base, ma gli indizi più importanti verranno dalle dichiarazioni in conferenza stampa. La previsione parla di un tono da colomba e di due rialzi per il 2019 e uno nel 2020. Risultato: il prossimo livello dei tassi sarà nel range di 2,25-2,5% ma alla fine del 2020 si vedrà qualcosa tra 3-3,25%.

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