Fca-Renault: conseguenze della rottura

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E’ sfumato l’accordo di una fusione Fca-Renault. Quali saranno le conseguenze della rottura? Titoli e azioni che saliranno, o scenderanno.

Le conseguenze della rottura

Dieci giorni fa l’annuncio, oggi invece lo stop. Fca e Renault non proseguiranno più nei colloqui per stabilire un’intesa sulla fusione che avrebbe potuto dar vita al terzo colosso mondiale per produzione di autovetture. Il motivo ufficiale: in Francia non ci sarebbero le condizioni politiche per proseguire.

La questione politica

Una motivazione che appare strana visto che la proposta, peraltro estremamente dettagliata, aveva ricevuto il nulla osta proprio del governo di Parigi, presente al 15% nel capitale dell’azienda. Più probabile, invece, che a far saltare tutto sia stata l’opposizione di uno dei consiglieri di Nissan, preoccupato per le conseguenze. Infatti una fusione di Fca con Renault, avrebbe potuto, sul lungo periodo, alterare gli equilibri dell’alleanza Renault -Nissan-Mitsubishi

Fca-Renault: chi sale e chi scende

La prima a cadere è stata Renault, immediatamente punita dal mercato francese con un -7% (-6,95% per la precisione) già dalla prima mattinata. E’ andata meglio, invece, a Fca che dopo un crollo a Wall Street (-3,6%) e un avvio pesante a Piazza Affari, negli ultimi minuti ha virato al rialzo. Alle 10.30 infatti il titolo saliva dello 0,32%. A ridare fiducia sul titolo, alcune indiscrezioni che vorrebbero General Motors e Hyundai come possibili nuovi poli di attrazione per Fca.

La Francia non demorde

Ad ogni modo da parte francese non sembra essersi chiusa definitivamente nessuna opzione. Infatti il ministro francese dei conti pubblici Gerald Darmanin ha dichiarato che la Francia non esclude di riesaminare una eventuale nuova proposta del gruppo italo-americano nel prossimo futuro.

Fca-Renault: la questione politica

Altra spiegazione per la rottura sarebbe sempre il fattore politico ma questa volta imputabile al presidente francese Emmanuel Macron. Quest’ultimo avrebbe espresso perplessità per un possibile calo del potere decisionale del governo francese. La conferma arriverebbe dalla stessa Renault che al termine della riunione del board non era stata in grado di decidere a causa della volontà manifestata dai “rappresentanti dello Stato francese di posticipare il voto ad un altro consiglio”.

Nuove complicazioni

Alcune indiscrezioni, infatti vorrebbero che, in questo secondo scenario, il rappresentante Nissan si sia astenuto come annunciato mentre a votare contro sarebbero stati il governo di Parigi, principale azionista Renault, e un rappresentante sindacale. Ora la partita sembra trasformarsi di ora in ora in una partita a poker con 4 giocatori: Francia, Usa, Italia e Giappone.

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