Exor, per il CdA di GEDI il prezzo offerto da Giano è congruo

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Il Consiglio di Amministrazione di Gedi Gruppo Editoriale S.p.A. si è espresso sulla Offerta Pubblica di Acquisto obbligatoria totalitaria promossa da Giano Holding S.p.A. Quest’ultima è una società detenuta da EXOR, la holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli.

Tenuto conto del parere rilasciato dagli Amministratori Indipendenti e della Fairness Opinion rilasciata da Equita SIM S.p.A. in qualità di esperto indipendente, il CdA all’unanimità ha ritenuto congruo il prezzo. Da un punto di vista finanziario, il corrispettivo di euro 0,46 per azione ordinaria che sarà portata in adesione all’Offerta è dunque ritenuto valido.

Giano offre 0,46 euro per azione

L’operazione ha ad oggetto massime n. 201.145.220 azioni ordinarie GEDI (MILGEDI). A fine aprile tutte le azioni ordinarie di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. di proprietà di CIR (MIL:CIR), pari al 43,78% del capitale sociale, sono state cedute ad EXOR (MIL:EXO). In particolare, è stata perfezionata la vendita della Partecipazione CIR in favore di Giano Holding S.p.A., società per azioni di nuova costituzione interamente detenuta da EXOR.

L’acquisto della Partecipazione CIR è avvenuta ad un prezzo per azione pari a €0,46, che corrisponde a un ammontare complessivo di €102,4 milioni. Successivamente Giano Holding, come anticipato, ha promosso l’offerta pubblica di acquisto obbligatoria avente a oggetto le azioni GEDI in circolazione non detenute al medesimo prezzo per azione GEDI corrisposto a CIR.

GEDI, risultati del 1° trimestre 2020

GEDI ha chiuso il primo trimestre del 2020 con ricavi consolidati, pari a €129,8 milioni, in calo del 10,8% rispetto al primo trimestre del 2019. Guardando ai ricavi derivanti dalle attività digitali, questi rappresentano complessivamente il 13,5% del fatturato consolidato. Il 17,4% sul brand Repubblica.

In rosso il risultato netto consolidato, che registra una perdita di €52,9 milioni per via delle svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di impairment test per €42,9mn al netto dell’effetto sulle imposte.

Esclude tali poste, il risultato netto rettificato del primo trimestre 2020 è negativo per €9,9 milioni rispetto ai €2,8 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente.

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