Ex ILVA: un disastro annunciato ma da evitare

ex ilva

 Quando Arcelor Mittal si aggiudicò la gara per l’assegnazione dell’ex ILVA di Taranto molti fecero festa.

In realtà la potenzialità di pareggiare i conti con una azienda che è proliferata in India grazie allo sfruttamento dei lavoratori lasciava forti dubbi.

L’operaio indiano viaggia a livelli di salario in confronto ai quali la nostra manodopera è una ricca borghesia,

Il che è tutto dire.

Vogliamo essere più politically correct? Allora diciamo che i salari degli operai indiani non sono nemmeno paragonabili a quelli degli operai italiani.

Non solo, nemmeno il carico fiscale e contributivo che tocca all’azienda su ogni busta paga si avvicina in Italia ai livelli indiani.

Anzi da questo punto di vista il costo del lavoro in Italia è uno dei peggio messi al mondo.

Anche perché fino a quando paesi come la Germania potranno erogare integrazioni alle buste paga da fondi statali senza metterli a bilancio è chiaro che l’Italia sarà sempre perdente.

ArcelorMittal chiude i forni e licenzia

Se nessuno farà nulla,  a parte chiacchierare nel vuoto, la realtà è che ArcelorMittal a breve inizierà a chiudere i forni e con essi ogni attività.

E contemporaneamente inizierà a licenziare.

Una vera catastrofe, che, si badi bene, non riguarda solo Taranto ma che avrebbe effetti devastanti sull’intero PIL italiano.

Ma prima ancora del PIL, che in fin dei conti è un  numero, chi guida la nazione deve preoccuparsi delle oltre 20.000 famiglie che si ritroveranno senza lavoro e senza reddito.

Necessaria la nazionalizzazione : UE o non UE

E immediatamente dopo domandarsi se in nome di chissà quali vincoli comunitari l’Italia deve rinunciare a nazionalizzare la produzione di acciaio di altissima qualità?

Attività che probabilmente può non avere un futuro a lungo termine ma intanto una nazionalizzazione tamponerebbe la situazione.

Successivamente poi con ricerche e analisi prospettiche si andrà a riconvertire gradualmente l’azienda verso altri segmenti di produzione.

E poi lo stato non sarebbe solo, certamente sarebbero della partita i gruppi che due anni fa vennero, a questo punto si può dire…proditoriamente, sconfitti da ArcelorMittal.

Sbagliamo o la Gran Bretagna, ben prima della BREXIT, ha nazionalizzato Barclays e altre grandi banche evitandone così fallimento e licenziamenti in massa?

Perché l’Italia non deve riuscire ad imporsi in un caso così socialmente drammatico?

Enorme indotto in sofferenza

Ben 150 aziende accompagnate dai sindaci locali in rappresentanza di 6000 lavoratori dell’indotto dell’ex ILVA si sono recati a Roma per manifestare al Ministero dello sviluppo economico la gravità della situazione.

Arcelor è  in ritardo coi pagamenti per oltre 50 milioni di euro e questo comporta per molte aziende l’impossibilità di pagare salari e stipendi.

E questi franco-indiani si permettono anche di fare causa allo Stato italiano?

Ma in che mondo siamo?

Qui occorrono prese di posizione drastiche a tutti livelli, locale, con l’azienda multinazionale e multimiliardaria, a livello nazionale, europeo e internazionale.

L’Italia merita rispetto!

A Taranto non possono restare soltanto lamiere abbandonate, questa può essere un a grande occasione di riscatto locale e nazionale…ma servono…

Consigliati per te