Di giorno in giorno si continuano ad aumentare le spese del nostro Governo e da più part si sollevano voci di preoccupazione. Cosa fare per migliorare la situazione? Esiste una soluzione per il debito dell’Italia?
Sì, e qual è?
La stessa che suggerì J.M. Keynes al governo inglese nel 1940. Nel suo saggio: “How to pay for the war”, ovvero Cme pagare la guerra.
Tra i tanti suggerimenti quello più appropriato al momento anche per l’Italia sarebbe quello delle creazione di un risparmio forzato.
Può sembrare un paradosso economico, in un momento in cui non si parla altro che della tassazione del capitale, tassazione della liquidità, imposte straordinarie, prelievi forzosi.
Keynes non voleva ricreare la situazione post prima guerra mondiale con elevata inflazione, quindi introdusse un meccanismo denominato “consumo dilazionato”. Questa soluzione si basava sul principio opposto alla tassazione.
Nessuna tassazione straordinaria.
Non tassare i salari dei lavoratori, limitando la loro possibilità di spesa immediata e per sempre, ma ritardare soltanto i loro consumi.
La soluzione: depositare parte del loro salario su conti bloccati.
Questi conti, infruttiferi o meno, sarebbe stati resi disponibili passato lo stato di emergenza causato dalla guerra.
Oggi questa soluzione non potrebbe essere applicata sui redditi medio bassi dei lavoratori già pesantemente tassati.
Potrebbe essere applicata ai patrimoni.
Prestito forzoso redimibile o irredimibile.
La soluzione ad un prelievo straordinario o ad una imposta patrimoniale non può che essere quello relativo ad un prestito forzoso.
Tale soluzione era la stessa che veniva suggerita anche dall’economista David Ricardo ( 1772-1823) ai governi inglesi passati.
Ricardo fu sempre uno strenuo sostenitore di un prestito obbligazionario forzoso, redimibile o irredimibile ad una imposta straordinaria sulla ricchezza.
La soluzione è molto semplice.
Individuata la ricchezza media delle famiglie italiane, e stabilita una franchigia, stabilire che il 10% o il 15% della ricchezza detenuta a qualsiasi titolo, debba essere obbligatoriamente investita in un determinato titolo del debito pubblico italiano.
La durata dovrebbe essere a medio lungo termine per dare respiro ai conti pubblici, quindi un periodo di almeno 15-20 anni.
L’emissione potrebbe avere alcune esenzioni da imposta successoria o eventuali future imposte patrimoniali e prevedere dei rimborsi anche parziali a determinate scadenze.
Il tasso sarebbe obbligatoriamente molto basso.
In alternativa, una eventuale opzione, su un titolo irredimibile che in alternativa paga un discreto tasso d’interesse.
Personalmente, io opterei, se fossi al Governo per la prima soluzione
Esiste una soluzione per il debito dell’Italia? Perché questa soluzione?
Con una imposta straordinaria o ordinaria si nega al cittadino di raccogliere i frutti del suo risparmio per sempre.
Con questa soluzione alternativa, non avviene nessuna privazione o espropriazione del capitale accumulato piano piano, talvolta anche da più generazioni, ma esso viene soltanto convogliato in modo forzoso verso un determinato impiego.
Sicuramente non è la soluzione ottimale ma sono sicuro che è la più accettabile da tutti i piccoli e medi risparmiatori italiani.
Considerando che la ricchezza mobiliare liquida è già tassata con l’imposta di bollo in forma percentuale.