Esiste un piano B del Governo per il Covid?

Governo Draghi

A distanza di ormai quasi due anni dalla comparsa dei primi casi di Covid 19, considerando che risalgono al 2019, siamo ancora alle prese con questo virus, che ha dato corso alla pandemia, che tutti conosciamo.

In una prima fase gli esecutivi dei diversi Paesi hanno puntato sostanzialmente su lockdown e misure di contenimento, quali mascherine, distanziamento ed altre ancora, per tentare di contratarla.

Poi è venuta la fase dei vaccini, o comunque farmaci sperimentali così impropriamente definiti, ancora una volta con provvedimenti di restrizione, che hanno regolato quelli che possiamo definire diversi gradi di libertà, in base all’essersi sottoposti o meno a provvedimenti come la vaccinazione o il test.

Ma di qui in avanti, cosa potrebbe succedere? Un piano B del Governo per il Covid esiste o è stato almeno predisposto?

Ed a cosa si dovrebbe guardare, per programmare una gestione delle conseguenti problematiche?

Esiste un piano B del Governo per il Covid?

La sostanziale differenza tra la prima e la seconda fase di gestione della pandemia, almeno per quanto riguarda la specifica situazione italiana, riguarda il passaggio da misure di contenimento fisiche, come le mascherine, o il lockdown, al tentativo di evitare i contagi utilizzando il sistema immunitario delle persone.

Di qui l’idea di vaccinazioni di massa e di diminuzione degli spazi di libertà, per chi non si sottoponga a test o a vaccinazioni.

Abbiamo già espresso in pregresse analisi diversi rilievi critici a questo modo di procedere. In parte, considerando che anche la vaccinazione non garantisce alcuna immunità, né esclude nuovi contagi.

Per altro verso, considerando che sono già in atto impugnazioni di provvedimenti assunti nei confronti di personale, soprattutto quello sanitario, che non hanno adempiuto agli obblighi delle normativa.

Con possibilità, non esclusa a priori, di declaratoria di incostituzionalità di tutta la normativa che condiziona certe libertà, come sopra abbiamo ricordato.

Occorre quindi por mente a due possibili fenomeni.

Possibile declaratoria della Consulta, ma anche rischi conseguenti all’evoluzione della pandemia.

I rischi collegati a declaratorie di incostituzionalità ed all’evoluzione del virus

Ipotizziamo che dinanzi alla Corte costituzionale giunga la questione di una ipotizzata incostituzionalità della normativa in materia di Green Pass, ma anche in materia di provvedimenti, come la proroga dello stato emergenziale o di restrizioni, come il lockdown.

Già alcuni giudici di primo grado si erano espressi in tal senso, in sede di ricorso contro provvedimenti amministrativi e sanzionatori, attuativi delle normative sopra richiamate. Ma, non avendo le loro sentenze potere abrogativo di norme, si sono limitate a dichiarare l’illegittimità delle sanzioni, con conseguente annullamento.

In caso di confermata incostituzionalità, è evidente che il Governo non solo non potrebbe più ricorrere a tali normative, ma neppure più adottare analoghi provvedimenti normativi in futuro.

Ma esiste un caso più serio ed importante, che il Governo dovrebbe considerare.

E che peraltro avrebbe probabilmente tempi ben più veloci di quanto solitamente comporti l’emanazione di una sentenza della Consulta.

Il virus ha ormai dimostrato la sua capacità di produrre mutazioni, verso le quali anche un vaccino precedentemente rivelatosi efficace, potrebbe invece non esserlo.

Fermo restando che, come si è detto, neppure attualmente questi vaccini sono in grado di assicurare di non infettare e di non infettarsi, se non a livello di mera riduzione della probabilità statistica, ma cosa succederebbe se nuove varianti fossero in grado di sottrarsi all’azione dei vaccini?

Ovviamente la situazione peggiorerebbe più di quanto non lo stia facendo attualmente, e tutti questi provvedimenti, basati sul concetto di gradi di libertà, verrebbero meno.

Ed il Governo cosa farebbe?

La promessa del Governo non mantenuta e le prospettive future

Peraltro l’ipotesi di nuove varianti in grado di sfuggire all’azione dei vaccini è tutt’altro che peregrina, ed anzi condivisa da diversi medici, tra cui Fauci.

Ma occorre anche ricordare che l’esecutivo, non solo quello attualmente in carica, ma anche quello precedente, a guida Conte, avevano formulato una sorta di promessa.

Sottostare al lockdown, per tornare come prima.

E con l’attuale esecutivo si sta un po’ ripetendo la stessa cosa.

Evidentemente non è così.

Se, rispetto al lockdown, si fosse tornati come prima, allora non dovremmo assistere ad una normativa basata su gradi di libertà diversi basati sulla condizionalità vaccinale.

E, a quanto pare, anche questo secondo sistema normativo non ci permette di tornare come prima. Visto che addirittura, invece, si parla di una terza dose e, anzi, di fare almeno una vaccinazione all’anno.

Fermo restando che coloro che non vi si sottopongono, sono appunto limitati nella loro libertà.

Esiste un piano B? A quanto pare, un piano B non esiste, non tanto perché un qualsivoglia esecutivo non lo voglia considerare, ma piuttosto perché non si saprebbe come agire, nel caso di fallimento dell’attuale normativa pro vaccini.

Probabilmente non resterebbe che continuare a riproporre lockdown localizzati o generalizzati, nel caso siano confermate le ipotesi, di cui sopra.

Esiste quindi una verità di fondo. Possiamo dire che nessun Governo, alla stregua delle attuali conoscenze, potrebbe garantire che tutto torni come prima.

Da parte sua un esecutivo tende a rispondere alle critiche, osservando, a sua volta, che neppure chi critica possiede soluzioni alternative.

Ma si può sempre osservare che chi formula critiche si limita a dire cosa non va, a suo giudizio, senza che ciò comporti necessariamente avere soluzioni alternative.

È chi accetta ruoli di Governo che ha il compito di proporre soluzioni

Chi critica ha solo il compito di precisare cosa non vada, e se qualcosa non va, non per questo esistono soluzioni alternative.

Dobbiamo quindi ricordare che spesso le promesse degli esecutivi sono solo artifici, tanto per dire qualcosa. Né più, né meno del famoso slogan che tutto sarebbe andato bene, che qualcuno ricorderà sventolato a suo tempo, durante il lockdown, da molti balconi.

Guarda caso, ormai quello slogan non sventola più.

Esiste, quindi, un piano B del Governo per il Covid? Molte persone si sono rese conto che, tranne soluzioni ancora non esistenti, tutto non è e non tornerà come prima, almeno per un considerevole lasso temporale.  E al massimo, se la soluzione vaccinaria sarà dichiarata incostituzionale o inefficace, non resterà che il lockdown? Sempre che anche questo non sia dichiarato incostituzionale.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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