Entro quanto tempo va pagato il TFR al lavoratore?

TFR

Quando il rapporto di lavoro con l’azienda volge ormai al termine, è il momento di incassare la liquidazione. Ogni ex lavoratore ha diritto alla quota spettante di TFR calcolata in base al contratto stipulato e al periodo di lavoro corrisposto. Giunge il giorno della paga ma il TFR non vi è stato ancora corrisposto. C’è da allarmarsi? Entro quanto tempo va pagato il TFR al lavoratore? Il trattamento di fine rapporto è un diritto del lavoratore ed è bene conoscere i limiti entro i quali la legge prevede la corresponsione della quota spettante.

Il TFR è un diritto del lavoratore

Come molti sapranno, il TFR rappresenta un credito che il lavoratore matura durante il periodo in cui presta servizio in una azienda. Questo è quanto prevede l’art. 2120 del Codice civile. Che il lavoro termini a causa di licenziamento o dimissioni, il trattamento di fine rapporto resta un fermo diritto del dipendente. I contratti collettivi solitamente stabiliscono il termine entro il quale, partendo dalla data di cessazione del lavoro, va corrisposta la liquidazione. In caso contrario, va ricordato che non esiste alcuna ragione perché il TFR debba essere ritardato. Questo vuol dire che il lavoratore può, a pieno diritto, esigere la corresponsione del TFR immediatamente.

Qualora dovessero verificarsi ritardi ingiustificati da parte dell’azienda, è possibile anche all’ex dipendente spetti una rivalutazione dell’importo e il versamento di eventuali interessi. Questo vale a patto che il lavoratore non abbia deciso di destinare il TFR ad un fondo pensionistico o altro, come indicato dal D. Lgs. 252/2005.

Quali azioni può avviare il lavoratore

Entro quanto tempo va pagato il TFR al lavoratore? Perché non si presentino situazioni incresciose, è bene che il dipendente verifichi che all’interno del contratto collettivo nazionale ci siano delle indicazioni al riguardo. Nel caso non vi siano particolari indicazioni, il lavoratore matura il diritto al momento della cessazione del contratto stesso. Tendenzialmente, le aziende corrispondono il TFR entro il 15° giorno del mese successivo alla cessazione del contratto.

Nel caso di mancati pagamenti, è bene ricordare che la legge dello Stato tutela il lavoratore, anche se dovesse verificarsi il fallimento dell’azienda. Difatti, presentando un decreto ingiuntivo, l’ex dipendente potrà avanzare  i propri diritti così come accade quando non viene corrisposto lo stipendio. A decreto inviato, il datore ha un margine di 40 giorni per corrispondere la somma dovuta con eventuali interessi. Nel caso anche l’azione legale dovesse fallire, allora il lavoratore può inoltrare richiesta di TFR al Fondo di Garanzia Inps.

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