Elezioni italiane e promesse all’italiana?

elezioni italiane

Nel 2018, a ridosso delle elezioni politiche italiane, venne realizzato un breve post provocatorio sulla retorica politica pre-elettorale in base ad una slide pubblicata dalla OECD. In questo breve contributo viene riproposta la medesima tematica sulla base di un set di grafici un po’ più ampio, al fine di meglio analizzare la provocatoria considerazione.

Ogni grafico, corredato di link originario, viene lievemente modificato al fine di evidenziare i dati che interessano in questa sede.

Prima di iniziare, si tenga presente che l’Italia è un paese a crescita demografica negativa dal 1993 e dal 1984 al 1992 ha mostrato trascurabili variazioni positive

Elezioni italiane. Dati

L’Italia in ambito OECD, mostra il più basso valore di investimenti nella istruzione sotto il livello della ”terziaria” (ben sotto il 6%); si attesta sui minimi anche per la terziaria stessa (ben sotto il 2%), unitamente a pochi altri paesi. Fig.4.1

L’attenzione politica reale in Italia verso questa problematica si mostra minima in seno alla OECD, a differenza della retorica pre-elettorale.

In tutto l’OECD vige uno spread rilevantissimo nell’utilizzo dei social media da parte del segmento della popolazione giovanile tra uso ” generalista ” vs. ” politico-civile ”. Tali differenze variano da 45-50% circa per l’Italia a circa 60% e oltre per tutti gli altri paesi citati nel grafico, con la sola esclusione della Turchia, paese dalla demografia decisamente differente rispetto gli altri. Fig. 5.5

L’uso dei social media quale strumento media sia per la propaganda pre-elettorale, sia per la diffusione della azione politica, dal 2013 in poi avviene in maniera massiccia (Facebook & Twitter particolarmente) ma incontra in misura rilevante solo la fascia di popolazione NON giovanile.

Elezioni italiane. Breve commento

L’Italia all’interno del paniere OECD mostrato, esibisce una minima fiducia nel governo da parte della popolazione giovanile, superato rilevantemente al ribasso da soli 3 paesi. Addirittura la popolazione over-50 esibisce una fiducia ai minimi, superata dalla sola Grecia. Fig. 5.2

La fiducia che la popolazione italiana ha verso i governi che elegge è minima in ambito OECD, indipendentemente dalla fascia di età.

Il governo italiano mostra la minima percentuale di membri under-35 in ambito OECD e contestualmente la massima percentuale di componenti over-55; pertanto, la rappresentazione per fasce d’età all’interno del governo italiano vede una cospicua differenza ” over-55 ” vs. ” under-35 ”. Fig. 5.9

Questo dato indica forte scollamento tra popolazione giovanile e cariche governative per il nostro paese.

Fig. 6.1 – La partecipazione al voto è ovunque in deciso, continuato e storico ribasso.

Fig. 6.2 – La slide rielaborata da un originale della OECD mostra alcuni importanti dati riassuntivi dell’intera area economica:

— massima partecipazione al voto (vedi: rombo vs. asse del 75% come benchmark) mostrata da Top level income & Età over55 & Pensionati & Edu-level terziario

— minima partecipazione al voto (vedi: marcatori rossi vs. asse del 75% come benchmark) Età under-25 & Disoccupati (ma vedi anche Bottom income & Edu-level < secondaria).

Complessivamente, in ambito OECD si stabilisce una separazione abbastanza netta tra i partecipanti al voto, il che certamente incide sulla retorica pre-elettorale in sede di elezioni, sia locali, sia nazionali, sia comunitarie EU.

Elezioni italiane. Considerazioni finali

L’Italia è in recessione demografica dal 1993 e mostra alcune discrepanze tra la frazione giovanile della popolazione e la realtà politica della nazione. Tale discrepanze si evidenziano in una serie di elementi.

Bassissima quota di investimenti nell’istruzione sotto il livello scolastico ”terziaria”.

Bassissima fiducia verso il governo e contestuale bassissima rappresentatività giovanile in seno al governo stesso.

Rilevante uso da parte dei governi, nell’ultimo quinquennio, dei social media per la comunicazione politica, comunicazione però che NON incontra l’uso medio della popolazione giovanile bensì quello della popolazione adulta o over-55.

Marcata separazione tra la propensione al voto delle due categorie demografiche, elevata per gli over-55 e decisamente meno elevata per la fascia giovanile.

Le importanti differenze dal punto di vista socio-economico nella propensione al voto devono essere lette anche alla luce del corposo e consistente spread tra tasso di disoccupazione ” complessivo ” vs. ” giovanile ” (e di riflesso sul reddito medio delle categorie socio-demografiche).

Elezioni italiane e provocazione

La provocazione potrebbe essere la seguente:

<< un ipotetico investitore politico meccanico (privo di vincoli etico-morali ➤ non umano?), dove allocherebbe maggiormente le sue risorse pre-elettorali {= promesse}???

Quantitativamente di certo ove c’è maggior corrispondenza tra allocazione risorse e propensione al voto (e quindi ritorno dell’investimento elettorale).

Ciò vuol dire che le sezioni socio-demografiche Top level income & Età over55 & Pensionati & Edu-level terziario, rappresentano i target veri dell’azione dei governi italiani dall’ultima crisi economica.

Ciò viene avallato dal forte uso dei social media, che a differenza di quanto si immagina, è la piattaforma di comunicazione meno utilizzata dalla fascia giovanile per le finalità politico-civiche. Un ulteriore avallo proviene dalla importante differenza tra le due curve di disoccupazione.

Se questi dati fossero applicati meccanicamente alla retorica politica (e/o dei politici) durante la fase pre-elettorale, ci indicherebbero certamente come falsa la retorica stessa, qualora dovesse essere rivolta verso la categoria socio-economica Età under-25 & Disoccupati.

Ma quindi, questo scenario, è proprio quello accaduto in questo decennio???

Approfondimento
Produzione Italiana

Consigliati per te