Educazione finanziaria: le regole per gestire i propri risparmi

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In questa fase di incertezza sui mercati diventa importante, prima di fare delle scelte di investimento, darsi delle regole in una sorta di educazione finanziaria. Prezioso strumento per evitare scelte emotive e spesso irrazionali.
Entriamo dunque, in ordine sparso, nell’ ambito di alcuni semplici principi che ci paiono basilari per giungere a una corretta allocazione del proprio patrimonio.

Piccolo o grande che sia.

Fuggire dai luoghi comuni

Molte volte in vari ambiti si sentono ripetere falsità che finiscono per ripetizione  per diventare luoghi comuni, addirittura verità.

E’ una tecnica dalla matrice storica lugubre (le SS)

In molti casi incidono sul pensiero delle persone, sulle loro idee, sul modo di votare alle elezioni.

In ambito finanziario i luoghi comuni sono propedeutici ad indurre le persone a tenere comportamenti errati nelle proprie scelte di investimento.

Bisogna sempre tenere presente che, nella norma, i media sono controllati da soggetti che, in molti casi (non tutti…), hanno interessi sul mercato ed il conflitto di interessi è pertanto palese.
Palese sì ma non sempre considerato adeguatamente quando si fanno le scelte.

Educazione finanziaria: il soffocamento delle regole cicliche

Fino a non molti anni fa determinate ripetizioni di comportamenti erano cicliche fino a divenire prevedibili.
La diffusione delle informazioni e delle competenze ha di fatto annientato questo tipo di percorso.

I cicli valgono fino a prova contraria.

I meccanismi di anticipazione operativa rendono di fatto inefficaci una buona parte dei comportamenti che anni fa affondavano solide ed efficienti radici nella ripetitività degli eventi.

Questo non vuole dire che le cose non si ripetano, si sta semplicemente evidenziando che sono molto più frequenti i casi di discontinuità di comportamenti.

Cosa che rende sostanzialmente inefficaci tavole comportamentali in passato validissime.

Per chi fa da sé già l’applicazione delle prime due regole potrà rivelarsi preziosa.

Per chi invece sceglie di farsi gestire da una figura professionale un consiglio base è capire se il consulente per sé stesso o si suoi cari adotta scelte analoghe a quelle a noi proposte.
In mancanza meglio passare oltre.

Se invece ci si rivolge direttamente a chi gestisce la questione diventa più complessa in quanto l’offerta è amplissima.

Possiamo dire che lo screening basato unicamente sui costi è alquanto discutibile.

O meglio, per i prodotti passivi come gli ETF, in cui poi le scelte sono rimandate al cliente, il criterio dei costi ha un senso.

In tutti gli altri casi, fondi o gestioni che siano, specialmente se a profilo di gestione attiva o flessibile, i costi possono essere addirittura letti come chiave inversa.

Per capirci se un prodotto o un gestore, sul mercato da anni, hanno un costo sopra la media vuole dire che lo meritano. E viceversa…

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