Economia Ue: faremo la fine del Giappone?

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L’economia UE è da mesi ormai sulle soglie delle recessione.

I tassi sono sotto zero da anni eppure il ciclo economico non ha reagito.

Il fantasma dell’inflazione agitato da BCE e Commissione UE per giustificare la politica di austerity non si vede da lunghissimo tempo.

Insomma ci sono tutti i presupposti per domandarsi: “Economia UE faremo la fine del Giappone? 30 anni di stagnazione?

Economia Ue: stagnazione perché sì

Da un punto di vista correlato meramente ai dati macroeconomici la sorte giapponese pare quasi inevitabile.

Se per provare a fare ripartire l’economia serve tagliare tassi già negativi e semmai in aggiunta tornare al QE vuole dire che la “macchina” UE non risponde più ai comandi.

La stagnazione è completata dal fatto che al fianco dei dati macroeconomici negativi scorrono dati sugli indici dei prezzi in discesa.

Segnale preciso che il crinale è inclinato verso il basso.

E questo fenomeno è tanto più grave se lo colleghiamo al fatto che sono disponibili montagne di liquidità a tassi così bassi da non essersi mai visti in passato.

Tassi di interesse ai minimi storici sia sull’euro sia, ragionando sul prima della moneta unica, sulle singole valute nazionali.

Stagnazione perché no

E proprio sulla questione del denaro disponibile possiamo fare ragionamenti che aprono le porte alla speranza che non sia vada verso uno scenario di stagnazione alla giapponese.

Questa montagna di denaro che la BCE ha messo in circolo a tassi zero o negativi a chi è andata?

La risposta è semplice sempre e soltanto alle banche!

E a seguire: le banche li hanno rimessi in circolo e se sì a che tassi?

La risposta è semplice: solo una minima parte è stata rimessa in circolo e spesso a tassi ben distanti da quelli di un semplice spread rispetto al tasso di sconto BCE.

Perché?

Lo abbiamo scritto più volte: la banche hanno dovuto dare la priorità a utilizzare dette risorse per coprire le scadenze di asset tossici derivanti dalla crisi sub-prime.

E anche le quote destinate al credito sono state comunque limitate da nuovi parametri di concessione del credito resi molto, troppo, stringenti dopo la crisi.

Ma proprio queste considerazioni offrono una via di uscita.

Se, come si potrebbe essere intuito dalle parole di Draghi, la BCE, con le prossime mosse, acquisterà titoli dalle banche senza limitarsi ai bond governativi ecco che allora succederebbe questo:

– le banche si libererebbero di asset tossici che sin qui hanno assorbito buona parte delle disponibilità messe loro a disposizione;

– liberandosi una massa ingente di liquidità possiamo immaginare , come già accaduto negli USA, che le banche possano tornare a fare credito con modelli di concessione meno eccessivamente stringenti;

– riaprendosi i canali di credito per le attività produttive il ciclo economico potrebbe veramente ripartire come accaduto in America.

A questo punto il rischio stagnazione sarebbe definitivamente debellato.

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