Economia europea: tengono i servizi giu’ l’industria

Economia europea

Come accade già da un po’ di tempo nell’economia europea è il settore dei servizi a tenere botta mentre l’industri stenta parecchio.

Anche i dati odierni lo confermano.

Ci stiamo riferendo al sentimento completamento opposto che in questo momento leggiamo tra i vari dati macroeconomici della mattinata in Europa.

Il settore dei servizi vola a 11.5 versus attese a 11.1 mentre l’industria precipita a -4.1 da -2.0 atteso.

Classici dati emotivi del sentiment o prodromi di un vero alert per l’industria dell’intera area UE e di sollievo per il settore servizi?

Considerato che ci troviamo di fronte a dei veri e propri trend possiamo escludere il lato emotivo e prendere in considerazione l’idea di fenomeni strutturali.

Fenomeni di tutto rilievo per l’economia europea.

Come possiamo vedere dai grafici mentre il settore dei servizi ha trovato una base l’industria UE continua a cedere terreno.

Tabella Sentiment servizi area UE (fonte Investing.com)

Tabella Sentiment industria area UE (fonte Investing.com)

Analizziamo comunque per completezza anche gli altri dati macroeconomici della mattinata in Europa.

Tabella principali dati macroeconomici Europei di giornata

    IPP italiano (Annuale) (Mar) 2,9% 2,5% 3,1%
    IPP italiano (Mensile) (Mar) 0,0% 0,2% -0,1%
    Massa monetaria M3 (Annuale) (Mar) 4,5% 4,2% 4,3%
    Prestiti ai privati (Annuale) 3,2% 3,3% 3,3%
    Indagine sugli affari e sui consumatori (Apr) 104,0 105,0 105,6
    Indicatore dello stato di salute delle Imprese (Apr) 0,42 0,49 0,54
    Fiducia dei consumatori (Apr) -7,9 -7,9 -7,2
    Aspettative di Inflazione dei consumatori (Apr) 15,7   17,0
    Aspettative sul Prezzo di Vendita (Apr) 5,2   6,9
    Sentimento del settore dei servizi (Apr) 11,5 11,1 11,5
    Sentimento del settore industriale (Apr) -4,1 -2,0 -1,6

Ciò che balza all’occhio è il continuo aumento della massa monetaria che, purtroppo, al momento non sta producendo quegli effetti rivitalizzanti attesi.

Almeno sull’industria che è il settore più in affanno.

Inutile continuare a immettere denaro nel sistema dell’economia europea se non si ricrea benessere diffuso per generare consumi.

Inutile continuare a dare denaro alle sole banche se poi i prestiti ai privati continuano a calare 3.2% versus 3.3%!

L’inflazione non dorma del tutto in Italia

A conferma che i dati migliori dell’Italia rispetto alla Germania non erano soltanto apparenti troviamo anche l’indice sui prezzi alla produzione (IPP) che su base annua sale sopra le attese a 2.9% versus 2.5%.

Niente di preoccupante comunque visto che il precedente era un +3.1% e che il dato mensile si ferma a zero vs +0.2% di consensus, meglio comunque del precedente posto a -0.1%.

Lo spauracchio dell’aumento dell’IVA

Se non fosse per lo spauracchio dell’aumento dell’IVA potremmo dire in base agli ultimi dati macroeconomici pubblicati che l’Italia ha probabilmente scavallato la parte peggiore del rallentamento economico.

Sono proprio i vincoli europei col relativo rischio di aumento dell’IVA i veri ostacoli a un ‘Italia in piena ripartenza economica.

L’aumento dell’IVA avrebbe effetti disastrosi.

Il governo che stando ai numeri ha restituito fiducia al fondamentale mondo delle PMI.

Ora non deve buttare via tutto con litigi continui per concentrarsi invece su come evitare che i lacci europei ci trascinino a fondo nuovamente.

PROPOSTA

Drastici tagli sulle tasse sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato sarebbero una mossa facile e a costo zero per rilanciare di seguito, occupazione, consumi e produzione.

E la voce seguente sarà poi quella degli introiti fiscali se non da IRPEF senz’altro dall’IVA che pur rimanendo ferma interesserebbe una platea più vasta di cittadini.

Approfondimento

FED e Tassi

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