Economia americana al rallentatore

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E’ confermato: l’economia americana  è entrata in una fase al rallentatore.

Come vedremo in tabella alla tenuta dei dati immobiliari ha corrisposto viceversa un dato sull’occupazione non agricola che oltre ad essere inferiore alle attese è anche di molto il più basso degli ultimi sei mesi.

Tabella dei principali dati dell’economia americana di giornata

    Domande di mutui (Settimanale) 18,6%   8,9%
    Indice Acquisti MBA 276,6   267,5
    Indice sul Mercato dei Mutui 503,6   424,6
    Indice di Rifinanziamento dei Mutui 1.786,0   1.289,5
    Variazione dell’occupazione non agricola (ADP) (Mar) 129K 184K 197K

 

Per noi europei un 129k di incremento sarebbe “tanta roba” ma per un ciclo come quello tenuto sino a qua dall’economia USA rappresenta chiaramente un passo indietro.

Il settore immobiliare tiene bene

Come però spesso accade quando un dato macroeconomico USA delude altri nel contorno contribuiscono a rasserenare gli animi.

E oggi ci hanno pensato tutti i dati sul settore immobiliare che pur non avendo un consensus con il quale confrontarsi hanno brillantemente superato la lettura precedente.

Abbiamo spesso fatto notare come il settore immobiliare non sia certo in grado di spostare gli equilibri, specie sulle borse.

Ignorarlo però potrebbe rivelarsi errore fatale come lo fu nel 2008, per cui meglio non perdere mai d’occhio i dati sul “mattone”.

La FED che dice?

Scrivevamo in questi giorni che difficilmente la FED si farà commuovere da qualche dato negativo per arrivare a tagliare i tassi di interesse.

Certamente però i numeri sull’occupazione sino a qua sono stai il cavallo di battaglia per confermare la tenuta dell’economia USA.

Quindi una breccia che dovesse confermarsi sul fronte occupazionale potrebbe essere proprio quella in grado di fare breccia nel board della FED spingendo la banca centrale americana a un primo taglio dei tassi.

Per le borse tutto bene

In ogni caso per le borse il quadro continua ad essere favorevole.

Qualche dato negativo impedisce il ritorno in auge dei falchi della FED che vorrebbero una stretta sui tassi.

Nel contempo gli operatori sanno che se qualcosa dovesse davvero volgere al brutto in ambito di economia USA la FED sarà pronta, dall’alto di tasi al 2,50% ad effettuare quei tagli in grado di fare ripartire il sistema.

Approfondimento

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