Ecco quello che il lavoratore non può fare durante la malattia

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Tra le tutele previste per i lavoratori dipendenti, una delle principali è il trattamento di malattia. Ovvero il diritto al mantenimento del posto di lavoro e della retribuzione per chi si assenta dal lavoro per problemi di salute. Una tutela sancita dall’articolo 38 della Costituzione e dall’articolo 2110 del codice civile per tutti i lavoratori subordinati. Per questi ultimi, però, la normativa stabilisce anche precisi obblighi. Il lavoratore, infatti, deve ridurre il più possibile il disagio per il datore di lavoro causato dalla sua assenza.

Le imprese devono sostituire temporaneamente i dipendenti assenti chiedendo straordinari ai colleghi o assumendo del personale temporaneo. Il lavoratore in malattia deve quindi impegnarsi per poter tornare in servizio il prima possibile. Tale impegno si configura nel seguire le cure prescritte e nell’evitare attività o comportamenti che ne pregiudichino la guarigione. Ecco quello che il lavoratore non può fare durante la malattia per la legge italiana.

La malattia

La malattia è regolata dal codice civile e costituisce un’eccezione al normale impegno professionale dei lavoratori. A causa di un’indisposizione fisica, ogni dipendente può infatti comunicare al proprio datore di lavoro lo stato di indisposizione. Assentandosi quindi dalla propria occupazione per il periodo prescritto dal medico che lo certificherà sul sito dell’INPS. Sarà proprio l’Istituto di previdenza a sostenere i costi della retribuzione dei dipendenti in malattia. Per questo motivo l’Ente può disporre controlli attraverso le visite fiscali presso il domicilio dei lavoratori.

Durante i periodi di malattia, gli interessati avranno quindi un obbligo sia verso il proprio datore di lavoro che verso lo Stato. La legge impone quindi una serie di obblighi specifici. Il primo è relativo alle fasce di reperibilità, ossia ai momenti in cui il dipendente dovrà essere a casa a disposizione di eventuali visite fiscali.

Ecco quello che il lavoratore non può fare durante la malattia

La Cassazione, con la sentenza 18245/2020 ha ribadito che i lavoratori in malattia non possono svolgere alcuna altra attività lavorativa. La loro retribuzione è infatti garantita dall’INPS e il loro impegno deve cercare di velocizzare il rientro sul posto di lavoro. Altri impegni professionali potrebbero allungare il decorso della malattia e gravare ulteriormente sulla propria azienda e sulle casse pubbliche. Ecco quello che il lavoratore non può fare durante la malattia: svolgere attività incompatibili con la propria condizione. Rallentando quindi le tempistiche per il pieno rientro in servizio.

Nella sentenza citata, la Suprema Corte ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente in malattia che svolgeva altre mansioni. Secondo la Cassazione, questa condotta pregiudica i tempi di recupero fisico e vìola i principi di correttezza dovuti al datore di lavoro. Ricordiamo che il periodo di malattia ha precise durate stabilite dalla legge. Superati questi termini, può scattare il licenziamento.

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