Ecco quando possono portarti via anche i redditi impignorabili

INAIL

La Redazione di ProiezionidiBorsa ha trattato in diverse occasioni il tema degli infortuni sul lavoro e le tutele previste dallo Stato. Ogni lavoratore, infatti, beneficia di una copertura sui rischi professionali offerta dall’INAIL. In un recente articolo abbiamo approfondito quali eventi copre l’assicurazione obbligatoria e quali garanzie offre ai lavoratori. In linea generale, l’INAIL tutela le vittime di infortuni e le malattie professionali erogando delle rendite. Una sorta di pensione che copre la parziale o totale inabilità al lavoro. Queste rendite costituiscono spesso l’unica fonte di sostentamento per chi è rimasto vittima di menomazioni fisiche.

O comunque di forti limitazioni delle proprie capacità motorie o psicofisiche. Proprio per la loro natura di supporto a categorie in difficoltà, questi redditi non sono aggredibili dai creditori. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, le inserisce infatti tra i redditi impignorabili. Ma questa regola non è sempre valida. Ecco quando possono portarti via anche i redditi impignorabili.

Le tutele per i titolari di queste rendite

Abbiamo visto che la legge tutela i titolari di rendite INAIL sulla base della loro difficoltà ad accedere ad altre fonti di reddito. A rafforzare quanto disposto dal Codice di Procedura Civile, interviene il D.P.R. 1124/1965. L’articolo 110, infatti, dispone che anche i crediti derivanti dalle indennità da infortunio o malattia sul lavoro sono incedibili, impignorabili ed insequestrabili. Per quanto la normativa sembri tutelare completamente i titolari di rendite INAIL, esiste una particolare casistica che deroga queste disposizioni. Ed ecco quando possono portarti via anche i redditi impignorabili.

Un caso discusso dalla Corte costituzionale

La sentenza 572/89 della Corte Costituzionale ha equiparato le rendite erogate dall’INAIL alle normali pensioni INPS, in alcune specifiche situazioni. La Consulta ha, quindi, confermato l’impianto normativo che abbiamo tracciato, inserendo però un’eccezione. Per i giudici, il creditore può chiedere il pignoramento di una rendita quando agisce in forza di un credito alimentare. Questo è il caso del titolare di un vitalizio che rifiuta il pagamento degli alimenti all’ex coniuge o ai figli. Questi ultimi, in forza della sentenza citata, possono quindi chiedere al tribunale di far valere i propri diritti.

Ecco quando possono portarti via anche i redditi impignorabili

Abbiamo visto che le rendite INAIL possono subire il pignoramento solo in caso di debiti alimentari. Resta quindi esclusa la possibilità di rivalersi su questi redditi per crediti di natura diversa. La Corte Costituzionale con sentenza 1041/1988 e la Cassazione con sentenza 25043 stabiliscono anche i limiti del pignoramento. Secondo tali pronunciamenti, le rendite INAIL sono equiparabili alle pensioni INPS anche nella determinazione dell’importo massimo sequestrabile. La legge determina questa somma nella misura di un terzo del reddito. Il giudice però potrà ridurre l’importo pignorato in considerazione delle condizioni economiche e di salute del debitore.

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