Ecco quando la banca può prelevare dal tuo conto corrente

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Ecco quando la banca può prelevare dal tuo conto corrente: e soprattutto ecco perché lo fa. In questo articolo vi spiegheremo in poche parole cos’è il tasso d’interesse , ed in particolare cosa sono  i tassi negativi applicati al nostro conto  corrente.

Il tasso d’interesse: in cosa consiste?

Il tasso di interesse rappresenta la percentuale dell’interesse su un prestito e l’importo della remunerazione spettante al prestatore. In poche parole il tasso d’interesse è, a tutti gli effetti , il costo che si paga per ottenere del denaro.
Il tasso d’interesse s’intende come una percentuale per un determinato periodo di tempo. Il debitore, infatti, ricevendo una somma di denaro, si impegna a pagare un importo superiore a quello ricevuto. La differenza costituisce l’interesse, che viene normalmente espresso in valore percentuale annuo. Per chiarire, nel momento in cui apriamo un conto corrente, diventiamo creditori nei confronti della banca che ci corrisponderà la percentuale del tasso di interesse. Ma attenzione ai tassi negativi: ecco, infatti, quando la banca può prelevare dal tuo conto corrente.

Tassi positivi e Tassi negativi

I tassi d’interesse variano con il variare di determinate condizioni. La capacità di rimborso del debitore, le condizioni di mercato generali, la durata del prestito e la valuta presente nell’operazione. Normalmente ci si aspetta che chi prende a prestito del denaro paghi un tasso di interesse a favore del prestatore. In questo caso si parla di tassi positivi. Ma in particolari condizioni, come quella che stiamo vivendo, può accadere che il mercato applichi dei tassi negativi. Questa casistica prevede che chi presta i soldi dovrà pagare un tasso di interesse al debitore. Questa evenienza controintuitiva capita ad esempio quando le Banche Centrali vogliono incentivare istituti di credito e risparmiatori ad investire sull’economia reale anziché depositare capitali in attesa di una remunerazione.

Ecco quando la banca può prelevare dal tuo conto corrente, oggi

Negli ultimi dieci anni, la Banca Centrale Europea ha messo in atto una strategia definita “quantitative easing”. Con questa politica monetaria la BCE intende controllare sui tassi dei Titoli di Stato e iniettare capitali alle piccole imprese e alle famiglie. A causa del perdurare della crisi, i tassi si sono abbassati fino a diventare negativi. Le banche devono pagare la Banca Centrale per depositarvi i capitali non immessi nell’economia e di conseguenza non possono remunerare i risparmiatori per raccogliere dei soldi che avranno rendimento negativo.

Purtroppo alcune banche hanno preferito applicare a loro volta i tassi negativi ai clienti anziché utilizzare il denaro in più per finanziare l’economia reale. Non tutte le banche applicano tassi  negativi e chi lo fa, normalmente li applica  solo per le somme eccedenti almeno i 100mila Euro. Abbiamo visto recentemente i costi applicati sugli strumenti di pagamento, ma tra imposta di bollo e tassi negativi anche lasciare i propri soldi sul conto corrente può rappresentare un costo.

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