Ecco perché tutti corrono a mettere cinque centesimi sotto l’albero di Natale appena comprato

albero di Natale

Il Natale, ce lo hanno spiegato, sarà soprattutto distanziato e intimo con al massimo sei commensali per tavolo. Aumentano le famiglie che desiderano permettersi, almeno una volta, un albero di Natale vero invece che uno di plastica.

Ma anche se è pronto per essere restituito al vivaio che lo trapianta da qualche parte, l’abete vivo ha bisogno di un’attenta manutenzione. Ecco perché tutti corrono a mettere cinque centesimi sotto l’albero di Natale appena comprato.

Il profumo magico di un vero abete

Non c’è niente di più bello, quando si aspetta il Natale, di un vero abete decorato di palline, fili d’argento e cioccolatini. Ma è possibile che non si riesca a trovarne uno piccolo in vaso da affittare per un mese. E che ci vengano proposti solo quelli tagliati, ahimè, in qualche bella foresta.

Nel primo caso, dobbiamo calendarizzare una serie annaffiature periodiche, secondo le indicazioni del vivaista. Meglio mettersi un allarme sonoro sul telefono, per non dimenticarsene.

Il caldo secco dei termosifoni è davvero nocivo per una pianta che nasce in montagna. Facciamo bollire una caraffa d’acqua e facciamola raffreddare con dentro una monetina di rame.

Se, invece, ci tocca comprare l’abete reciso, dotiamolo almeno di un piedistallo con riserva d’acqua. Rifiutiamoci di portarne a casa uno infilato a forza in un vaso con la terra. Anche in questo caso facciamo bollire una caraffa d’acqua e mettiamola a raffreddare con la monetina di rame, ma solo per cinque minuti.

Ecco perché tutti corrono a mettere cinque centesimi sotto l’Albero di Natale appena comprato

A questo punto, i procedimenti da seguire si differenziano. Nell’acqua per l’abete piccolo con radici, versiamo un fondo di caffè fatto con la moka. Magari proprio quello utilizzato per fare il risotto al caffè e formaggio Asiago che lascia tutti a bocca aperta.

Il rame rilasciato dalla monetina uccide i batteri, i fondi di caffè fungono da fertilizzante. Gli abeti amano i concimi acidi, così come le betulle e i rododendri. Se, invece, ci hanno appioppato l’abete reciso, versiamo l’acqua, ancora calda, nel serbatoio insito nel piedistallo, aggiungendo la monetina di rame.

L’acqua calda penetra più facilmente nel tronco e arriva fino ai rami. La monetina rilascia nell’acqua un rifornimento costante di minerali. E uccide i batteri responsabili della putrefazione.

Con questo accorgimento, nell’uno e nell’altro caso, l’abete non perderà gli aghi e non dovremo pulire il pavimento più volte al giorno.

Consigliati per te