Ecco perché adesso dovrebbero seriamente iniziare ad allarmarsi i risparmiatori in titoli di Stato e coloro che hanno un mutuo 

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La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno e ha messo in allarme i mercati europei. Il vicepresidente della Commissione dell’Unione Europea Valdis Dombrovskis, ha comunicato che a partire dal gennaio 2023 il Patto di Stabilità sarà ripristinato. Questo significa che per quest’anno e per il 2022 saranno sospese eventuali procedure d’infrazione per chi viola i parametri. Ma dal 2023 riprenderanno i controlli e i problemi verranno al pettine.

Attualmente sono 12 i Paesi della UE che sono fuori dei parametri del Patto di Stabilità. Ma tra questi Italia, Grecia e Cipro hanno uno squilibrio eccessivo.

Ecco perché adesso dovrebbero seriamente iniziare ad allarmarsi i risparmiatori in titoli di Stato e coloro che hanno un mutuo

Anche se dal 2023 verrà reintrodotto il Patto di Stabilità, è probabile che comunque la Commissione UE sia flessibile. In realtà quello che deve preoccupare non è una possibile procedura d’infrazione della Commissione, ma le possibili reazioni dei mercati. Ricordiamo che ad oggi l’indebitamento dell’Italia ha quasi raggiunto il 160% del prodotto interno lordo e che l’Italia dovrà necessariamente abbassare. Prima che scoppiasse la pandemia il rapporto debito/PIL era al 135%.

Il pericolo vero per l’Italia e che su mercato scattino le vendite sui nostri titoli di Stato, come accadde tra la fine del 2011 e la prima metà del 2012. In questo caso lo spread potrebbe iniziare pericolosamente a salire. Ovvero, il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali tedeschi e quelli italiani, potrebbe allargarsi pericolosamente, con pesanti conseguenze sul mercato finanziario.

Se questa eventualità si verificasse saliranno i tassi d’interesse di mercato, probabilmente già sotto pressione a causa di una probabile inflazione. Infatti, le prime vittime saranno i titoli di Stato a tasso fisso, in particolare i BTP. Con i tassi in aumento i prezzi di questi titoli scendono. Ma soffriranno tutti quelli strumenti finanziari legati ai tassi d’interesse, primi fra tutti i mutui a tasso variabile. Con tassi d’interesse in aumento saliranno anche le rate dei mutui sulla casa. Con un mutuo a tasso variabile si rischierà la stangata. Il ricordo dell’impennata delle rate nel 2012 è ancora vivo.

Ecco perché adesso dovrebbero iniziare seriamente ad allarmarsi i risparmiatori in titoli di Stato e coloro che hanno un mutuo. Conviene attuare delle strategie di prevenzione per non farsi trovare impreparati davanti a questa eventualità.

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