Ecco l’errore che fa perdere agli invalidi l’accompagnamento

INPS

Gli invalidi possono fruire dell’indennità di accompagnamento se presentano determinati requisiti, ma un errore può far venire meno la prestazione. In effetti, gli invalidi che non riescono a compiere atti di vita quotidiana possono accedere ad un assegno di 520 euro mensile. Ma ecco l’errore comune che fa perdere agli invalidi l’accompagnamento e a cui far attenzione.

Come ricevere l’indennità di accompagnamento

Per poter ricevere l’indennità di accompagnamento il primo passo da fare è quello di recarsi dal medico di base, il quale dovrà redigere il certificato con tutte le patologia che attesti il diritto alla prestazione. Il medico di base dopo aver compilato il certificato medico, lo inoltra telematicamente all’INPS e rilascia al richiedente il numero di protocollo dell’invio.

L’errore che spesso si verifica, nasce proprio sulla compilazione del certificato che fa perdere la prestazione. Ma analizziamo come è composto il certificato del medico da inviare all’INPS e qual è l’errore da evitare.

Ecco l’errore che fa perdere agli invalidi l’accompagnamento

Dopo una prima parte dove bisogna indicare i dati anagrafici del richiedente, il certificato si compone di tre sezioni.

La prima sezione riguarda la anamnesi e l’obiettività. In altre parole, il quadro clinico del paziente, la storia familiare e i sintomi del richiedente.

La seconda sezione riguarda la diagnosi: il medico dovrà indicare, in modo descrittivo, tutte le patologie di cui affetto il richiedente. Inoltre, dovrà indicare le patologie utilizzando il codice ICD-9 (che indica le patologie gravi e oncologiche in atto).

La terza sezione, infine, è composta da caselle che bisogna spuntare a seconda di quello che si richiede: cecità civile, invalidità civile, disabilità e handicap, sordità.

Inoltre, il certificato prevede anche un’ulteriore spunta da inserire: se è impossibilitato a deambulare e non è in grado a compiere atti quotidiani di vita. Ed ecco l’errore che fa perdere agli invalidi l’accompagnamento.

Anche se il medico non è obbligato a spuntare queste due caselle, la mancanza di questa spunta, ha spinto l’INPS a non concedere l’indennità di accompagnamento, considerando per questo la domanda incompleta e non idonea.

In realtà sul tema è intervenuta anche la Corte di Cassazione con la sentenza n. 14412/2019. Nella sentenza è precisato che, la mancanza di una delle due spunte, non rende improcedibile la domanda per richiesta di indennità di accompagnamento.

 

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