Ecco i tanti motivi per cui non tenere i soldi sul conto corrente

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La questione è ormai assodata. E se ne parla tanto, ma non cambia niente, purtroppo. Tenere i soldi sul conto corrente non frutta. Lo abbiamo detto tante volte. Ma perché? Ecco i tanti motivi per cui non tenere i soldi sul conto corrente.

Repetita iuvant, dicevano i latini. Ma evidentemente gli italiani, uno dei popoli meno acculturati finanziariamente del mondo occidentale (i dati dell’OCSE parlano chiaro in proposito), se lo sono dimenticati. Come si sono dimenticati il latino. Gli abitanti del Bel Paese sono sempre stati, notoriamente, un popolo di risparmiatori. Verrebbe da chiedersi perché. In una società come quella odierna, orientata ai servizi ed al consumo, una nazione che non consuma non cresce. Ed infatti la crescita italiana negli ultimi 20 anni semplicemente non c’è stata. Questa cosa è stata certificata sia dal FMI che dalla BCE, piuttosto recentemente.

Quindi cosa fanno gli italiani? Risparmiano. Ma non spendono. E non investono, soprattutto. E si fanno mangiare i soldi sul conto corrente dall’inflazione. Non hanno nemmeno la percezione e la cultura di mettere a frutto la liquidità su un conto deposito. O in titoli di Stato indicizzati all’inflazione a breve termine. Come i TIPS americani. Tra l’altro in valuta forte e bene rifugio, come il dollaro. Macché. I soldi nostrani vegetano sui conti correnti. Improduttivi.

Ecco i tanti motivi per cui non tenere i soldi sul conto corrente

Dell’inflazione e del suo effetto deleterio abbiamo detto tante volte, per cui non ci ritorneremo. Parliamo invece di un’ipotesi tutt’altro che remota. Sollevata in Germania da Commerzbank, il secondo istituto di credito del Paese. Cioè di trasferire ai clienti i costi negativi che la BCE addossa alle banche. Che al momento sono del -0,4%. Ciò significherebbe che questa cifra verrebbe fatta pagare ai correntisti dalle banche. Basterà a far sì che gli italiani mettano a frutto i loro risparmi, si dovesse arrivare a questo? Noi siamo pronti a scommettere di no, purtroppo.

Continuiamo. Che gli interessi sui conti correnti ormai non esistano più è un dato di fatto. Ma è una novità dell’ultimo periodo l’esponenziale aumento dei costi degli stessi. Ovviamente perché le banche, con i tassi a zero o negativi, non sanno più dove guadagnare. E visto che investire è rischioso, anche se potenzialmente molto remunerativo, rimane una sola risorsa. Il parco buoi degli ignoranti (nel senso latino del termine) correntisti. A cui si può addossare qualunque costo. Tanto non protestano, nella quasi totalità dei casi.

Le spese quindi rincarano. I motivi? Aggiornamenti tecnologici a cui bisogna stare dietro, come le carte contactless. Ed i crac bancari, che hanno costi enormi, di cui il grande pubblico non è conoscenza. Per esempio, i versamenti che gli istituti sani devono fare per rimpinguare il FITD. I costi? Una famiglia media spende 145 euro all’anno per la gestione dei propri conti. E con l’imposta di bollo per giacenze superiori a 5.000 euro si arriva quasi a 180 euro all’anno. Ecco i tanti motivi per cui non tenere i soldi sul conto corrente. Investite. Con giudizio, ma investite.

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