Ecco i fatti internazionali quotidiani da seguire per comprendere cosa può succedere ai BTP comprati di recente

Mario Draghi

Mentre riflettiamo su come far fruttare i nostri risparmi, il Governo Draghi sta inviando le prime risposte all’Europa su come spenderemo i soldi del Recovery Plan. Ma la reputazione del nostro Paese, già “sorvegliato speciale”, non dipenderà solo dal programma che abbiamo presentato e che ci hanno chiesto di dettagliare. Capiamo perchè con l’aiuto degli Esperti di Risparmio e Famiglia di ProiezionidiBorsa.

Arriva la semplificazione amministrativa

Ecco i fatti internazionali quotidiani da seguire per comprendere cosa può succedere ai BTP comprati di recente. Dall’Europa ci sono valanghe di richieste di chiarimenti a proposito del cronoprogramma di spesa che il governo Draghi ha presentato.

I falchi europei si aspettavano da noi un piano di ripartenza con obiettivi e risultati trimestrali. Ma non sarà così. Perciò è stato creato un super computer che va a caccia di falle.

Per esempio, come mai si spenderanno 20mila euro di spillatrici e punti metallici? Draghi sta rispondendo che servono per spillare i documenti nelle cancellerie dei tribunali e far ripartire il settore della giustizia. Dove la rivoluzione digitale ancora non c’è. Ma assicurando che tra le prime riforme previste ci sarà la semplificazione di tutte le procedure amministrative.

Ecco i fatti internazionali quotidiani da seguire per comprendere cosa può succedere ai BTP comprati di recente

I passaggi più attesi, delle nostre precisazioni, sono quelli riguardanti i provvedimenti per la riduzione del nostro insostenibile debito pubblico.

Nella rilevazione pubblicata qualche giorno fa è stato purtroppo segnato un nuovo record. Secondo Banca d’Italia, il debito pubblico italiano a fine marzo aveva sfiorato i 2.651 miliardi di euro rispetto ai 2.644 miliardi di inizio mese. Questo dato interessa da vicino gli investitori in BTP.

Attualmente l’Italia sul BTP a anni paga l’1,05%. Il costo degli interessi sta tornando a crescere e gli investitori internazionali ci tengono d’occhio per capire se potranno guadagnare di più sulla nostra scelleratezza politica.

Ci sono due grandi pericoli per l’Italia nei prossimi mesi. Il primo è trasmettere un messaggio di instabilità politica che faccia scappare gli investitori internazionali. Il secondo è far innervosire la BCE e ritrovarci a sorpresa con una riduzione del sostegno al Belpaese. Se la BCE non fosse più disposta a intervenire come sta facendo ora, sarebbero dolori.

Zingaretti, Salvini e Meloni: amarcord sull’autobus

Sollevare la questione del ricambio al Quirinale è un’azione scellerata in questo preciso momento. Perché i mercati hanno già drizzato le orecchie sulle possibili conseguenze, anche se non è imminente.

Di fronte alle illazioni sulla sua persona, il Premier Mario Draghi le ha definite “improprie”. Ma l’aggettivo giusto sarebbe stato “pericolose”.

In effetti speriamo che non ci voglia andare così presto, al Colle. Una sua ascesa a breve sarebbe vista nel Mondo come un pericoloso stop. Un’interruzione del percorso virtuoso che l’Italia deve fare per il suo rilancio, spendendo bene i denari dell’Europa.

Ma anche l’uscita di scena di un leader internazionale come Draghi, sul quale i grandi capitali contano per altro. Per guidare saggiamente il Continente insieme ai nuovi Premier che sostituiranno la Merkel e Macron.

Per lanciare gli Stati Uniti d’Europa, infatti, ci vogliono uomini di pazienza, vista lunga ed esperienza. Un prolungamento del mandato a Sergio Mattarella permetterebbe all’Italia di chiudere la legislatura nel 2023 in stabilità. Il nostro Paese potrebbe raddrizzarsi in campo politico e finanziario. In tal modo non vedremo i BTP penalizzati.

Ad ogni modo, il ricambio al Colle potrebbe avvenire comunque fra otto mesi, anche senza coinvolgere Palazzo Chigi. Al cui portone dovrebbero esporre lo stesso cartello che c’è sugli autobus: “vietato disturbare il manovratore”.

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