Ecco gli ultimi aggiornamenti e le risposte della scienza sulla durata dell’immunità dopo il vaccino per capire se e come siamo protetti dalle forme gravi di Covid e se torneremo a vivere come prima

vaccino

Un dubbio nel dubbio. Punti di domanda tra lotti sospesi a scopo precauzionale, dosi mancanti e “vaccinandi” che disertano. Un certo caos nella battaglia muro contro muro per tentare di piegare il Covid itinerante.

Ma per chi ha avuto modo di vaccinarsi sorge il dilemma relativo alla durata dell’immunità. Prima, però, c’è da seguire un percorso a ostacoli. Molti fanno esami del sangue prima della somministrazione per vedere se il Covid c’è o c’è stato. Poi dopo, per capire se c’è l’immunità (o anche se si è a rischio trombi). E su tutti il dubbio sulla durata dell’immunità. Un risiko rocambolesco in cui la lotta tra vincitore (Covid) e vinto ogni giorno scende in campo per la sua battaglia.

Facciamo chiarezza

Prima di considerare le opinioni, sicuramente autorevoli, consideriamo le fonti certe e autorevoli. Ecco gli ultimi aggiornamenti e le risposte della scienza sulla durata dell’immunità dopo il vaccino per capire se e come siamo protetti dalle forme gravi di Covid e se torneremo a vivere come prima.

L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) è molto esplicita. Se il vaccino in questione è quello a mRNA (molecola che funge da messaggero), quindi Pfizer o Moderna, disponiamo di maggiori informazioni.

In questo caso, infatti, l’AIFA precisa che l’immunità dopo la somministrazione di uno di questi due prodotti  “non è ancora definita con certezza. Il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi”.

Per la durata dell’immunità da vaccino a vettore virale (basato su adenovirus modificato), ci sono minori informazioni. L’AIFA non ne fa mistero e in modo trasparente e inequivocabile spiega che “non è nota al momento la durata della protezione ottenuta con il vaccino. Gli studi che sono attualmente ancora in corso potranno aiutare a ridurre questa incertezza”. Il riferimento è al prodotto Vaxzevria (ex AstraZeneca) e Vaccine Jansenn entrambi approvati dall’Agenzia Europea per il Medicinali e dall’AIFA. Tutto questo alla fonte.

Le opinioni

Secondo alcuni virologi l’immunità di gregge non si raggiungerà senza aver vaccinato anche la fascia dei giovanissimi fino al diciottesimo anno d’età. Quindi a livello di massa, siamo al palo. Ma prima di guardare a questo ambizioso traguardo, nel piccolo cerchiamo di capire cosa succede al singolo vaccinato.

Ed ecco gli ultimi aggiornamenti e le risposte della scienza sulla durata dell’immunità dopo il vaccino per capire se e come siamo protetti dalle forme gravi di Covid e se torneremo a vivere come prima. È probabile che ogni anno venga fatto il richiamo per scongiurare ulteriori varianti. Riguardo all’immunità molti studiosi sono concordi sul fatto che la rapidità con cui abbiamo avuto necessità di produrre il siero non permette di conoscere dati certi su di essa.

Scenari possibili

Le prospettive possono essere di quattro tipi. Il virus potrebbe avere un comportamento analogo a quello influenzale e, quindi, rafforzarsi nel periodo autunno inverno. Le varianti possono esserci ancora ma pare, sempre secondo diversi immunologi, che le varie aziende produttrici di vaccini dispongano di piattaforme tecnologiche in grado di aggiornarsi facilmente in base alle varianti. Quindi, in teoria, dovremmo essere capaci di fronteggiare l’evoluzione.

Lo stesso virus potrebbe diventare endemico, cioè permanente ma lieve nei sintomi. Potrebbe anche rimanere in sordina e di tanto in tanto accendere focolai come capita ancora per il morbillo. Ultima ipotesi, che persino i più ottimisti considerano utopica (sebbene verosimile), il Covid potrebbe sparire del tutto.

Intanto, per adesso, chi si è vaccinato gode di immunità. Precaria e incerta per la durata ma ragionevolmente rassicurante nel breve e medio termine. Di più non è dato sapere.

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