Ecco dove poter fare smart working pagando le tasse la metà

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Secondo la ricerca “Smart Working and Gender Gap – Le due grandi sfide del futuro del lavoro”, da qui al 2022 saranno 10 milioni i lavoratori in smart working (il 36% del totale). Dalla survey “Future of Work 2020”, rivolta alle direzioni del personale delle grandi aziende italiane, realizzata da Osservatorio Imprese Lavoro Inaz e Business International, emerge che appena il 6% delle imprese dichiara di volervi rinunciare.

Per il 60% delle aziende il lavoro agile è “l’iniziativa più urgente su cui investire” per la gestione delle risorse umane. Secondo un’indagine di Rete del lavoro agile, inoltre, il 95% dei lavoratori vorrebbe continuare a mantenere anche dopo l’emergenza Covid la flessibilità di non recarsi tutti i giorni in ufficio. Essendo questo lo scenario, c’è chi si attrezza per unire business e leisure lavorando in luoghi piacevoli, magari ospite di un’azienda agricola in un borgo. Ma sta prendendo piede anche la possibilità di trasferirsi all’estero pagando meno tasse, un po’ come è avvenuto per le agevolazioni fiscali per i pensionati. Ecco dove poter fare smart working pagando le tasse la metà.

La Grecia apripista del “digital nomad” agevolato

La Grecia fa di nuovo scuola. Il paese è tra i primi a introdurre un regime fiscale agevolato per attirare i cosiddetti nomadi digitali. In pratica, chi decide di trasferirsi in una delle località bagnate dal mar Egeo, potrà godere di un visto particolare.

Questo che dà diritto a una riduzione delle tasse del 50% per i primi sette anni. “Presto creeremo il cosiddetto Visto Digitale, attraverso il quale il nostro paese diventerà una destinazione attraente per i cosiddetti “Nomadi Digitali”. Si tratta di persone high-tech che sceglieranno di stabilirsi professionalmente in Grecia”. A dichiararlo, il ministro degli Esteri, Miltiadis Varvitsiotis, al quotidiano “Parapolitika” il 20 marzo scorso.

L’opportunità è per liberi professionisti, ma anche per chi è pronto a trasferirsi in Grecia per un nuovo lavoro in loco. In pratica, chi trasferisce la residenza fiscale non paga l’imposta sul reddito e la tassa di solidarietà sul 50% del reddito da lavoro. Inoltre è prevista l’esenzione delle tasse locali sul reddito annuale figurativo derivante dalla proprietà o dal possesso di una residenza o di un veicolo ad uso privato. Ecco dove poter fare smart working pagando le tasse la metà.

Le condizioni per trasferire la residenza fiscale

C’è un termine per presentare domanda di trasferimento: il 31 luglio dell’anno in cui si inizia la propria attività, lavorativa o imprenditoriale. Il Governo di Atene ha anche previsto che si soddisfino alcuni requisiti. In primo luogo, non deve risultare uno status di residente fiscale greco nei sei anni precedenti al trasferimento. Altra condizione è quella di provenire da un paese dell’Unione europea, da uno aderente allo Spazio economico europeo o da un paese con cui la Grecia ha un accordo di cooperazione amministrativa su questioni fiscali.

Per ottenere la residenza fiscale agevolata, infine, si deve dichiarare di voler rimanere in Grecia per un minimo di due anni. La Grecia non è la sola, però, a voler attrarre i nomadi digitali. Il primo ministro croato Andrej Plenkovic ha affermato che il paese introdurrà presto un visto ad hoc. L’apripista è stata Estonia, che già a giugno 2020 ha approvato le modifiche alla legge sugli stranieri per consentire la creazione del visto per nomadi digitali.

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