Ecco 3 vini italiani poco conosciuti ma eccezionali per fare colpo senza spendere una fortuna

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Oggi parleremo di tre vitigni poco conosciuti, uno del Sud, l’altro del Centro e l’ultimo del Nord del Paese. Si tratta di realtà che regalano dei vini splendidi e relativamente economici. Detta diversamente, ecco 3 vini italiani poco conosciuti ma eccezionali per fare colpo senza spendere una fortuna.

Iniziamo col caldo e assolato Sud con questo vitigno unico e poco conosciuto

Bottiglie da 9 fino a 21 euro, per sorseggiare un vino straordinario da un vitigno non conosciutissimo: il Perricone. È un vitigno a bacca nera, autoctono siciliano, conosciuto anche con il nome di Guarnaccio, Pignatello o Tuccarino. Insieme al Calabrese e al Nerello mascalese, è uno dei vitigni previsti per la produzione del Marsala rubino. A seguito della sua decadenza si cominciò con il relativo espianto del vitigno su tutta l’Isola. Si tratta infatti di una piantagione di non facile coltivazione, dalla maturazione tardiva e dalle scarse rese.

Nell’ultimo ventennio circa è stato recuperato da alcuni produttori, in virtù della sua forte identità. Quando viene vinificato anche in purezza si ottiene un vino elegante per ricchezza di tannini, titolo alcolometrico e persistenza.

Il colore è rosso rubino, i sentori sono di frutti rossi, more, prugne, ciliegie, con un finale di erbe balsamiche, liquirizia e pepe nero. In bocca può risultare in perfetto equilibrio tra tannicità e sapidità, morbido, avvolgente, persistente.

Ottimo, infine, l’abbinamento con carne rossa in umido, arrosto o grigliata, ragù, affettati e salumi.

Ecco 3 vini italiani poco conosciuti ma eccezionali per fare colpo senza spendere una fortuna

La Malvasia del Lazio è detta anche Malvasia Puntinata e non va confusa con la Malvasia di Candia. Questa denominazione deriva dalla forma dell’acino che presenta un ombelico molto pronunciato. Il vitigno in questione è stato sostituito nel corso del tempo dalla Malvasia di Candia, perché poco resistente alle malattie, anche se di particolare qualità.

Negli ultimi tempi lo si sta rivalutando, anche nella versione di vino dolce da vendemmie tardive, oppure spumantizzato. Si ritrova anche nella versione vino bianco leggero e di media struttura, di colore giallo paglierino con riflessi gialli.

Al naso sprigiona sentori di fiori bianchi, frutta tropicale o pesche, agrumi e erbe aromatiche. Al palato si possono affiancare anche sensazioni di freschezza minerale.

Ideale con formaggi freschi, spaghetti alle vongole, pasta al ragù di verdure, risotto ai funghi, torte salate o frittura di pesce.

Finiamo con le bollicine atipiche del Nord Italia ottenute dal vitigno Durella

Questo nome deriva dall’estrema durezza e resistenza dell’acino. Nel secolo scorso il vino Durello era di colore intenso, dal sapore astringente ed acidulo, perché si otteneva dalla macerazione delle parti solide del grappolo.

È un  vitigno coltivato su terreni molto minerali, il che conferisce all’acino una pronunciata acidità. Questo aspetto lo rende spumantizzabile con il metodo classico.

Nella versione ferma, si predispone all’invecchiamento, ma esistono anche versioni passite.

Le bollicine possono presentarsi con un giallo dorato e un fine perlage. Al naso i sentori sono di frutta e fiori bianchi, miele, croissant. In bocca, infine, risulta fresco, sapido, ricco e intenso.

Il prezzo a bottiglia oscilla dai 10 fino ai 30 euro.

Risulta perfetto in abbinamento a stuzzichini, sushi e sashimi, tartare e crudi di mare, torte salate e fritture di pesce.

Approfondimento

Dalle grandi abbuffate la golosissima pasta a frocia per riciclare gli avanzi di Natale o Capodanno ed Epifania.

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