E se la via di fuga dalla patrimoniale passasse anche dall’acquisto di BTP e titoli di Stato anche a costo di un rendimento nullo?

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La trama attorno alla patrimoniale s’infittisce sempre più. L’emendamento degli esponenti LEU e PD ha ormai fatto il giro del web e ne parlano in tanti. L’Esecutivo si è comunque affrettato a spegnere sul nascere ogni forma di allarme tra la popolazione, precipitandosi a dire che di patrimoniale non se ne parla. Almeno per adesso, forse.

Ciononostante la gente s’interroga e arrovella sull’argomento. Tra le varie idee, balza un dubbio: e se la via di fuga dalla patrimoniale passasse anche dall’acquisto di BTP e titoli di Stato anche a costo di un rendimento nullo? Vediamo di capirne di più.

Un mosaico di elementi da decifrare

Partiamo da una breve analisi dello status quo:

a) il debito pubblico è alle stelle (circa 2.600 miliardi di euro) e il suo trend non invertirà almeno a breve. Verosimilmente, anche nel corso del 2021 il Governo metterà mano al portafoglio per tutte le falle che verranno fuori per colpa della crisi.

Ora, 10-15 anni fa il debito pubblico dell’Italia faceva gridare allo scandalo per via della sua ingente entità. Detta diversamente, circa mille miliardi di euro fa (nel 2005) o 750 miliardi di euro fa (nel 2010) avveniva tutto questo. E nel futuro prossimo a venire cosa diranno in Europa davanti ai nuovi saldi?

b) Nelle casse statali i flussi non potranno essere perennemente in uscita. Lo stesso discorso vale per la BCE, che con il PEPP ha sostenuto le economie europee (Italia in primis) come meglio ha potuto. E continuerà a farlo anche nel 2021, se non pure oltre.

Entrambe queste tipologie di sostegni, però, non saranno eterni. Prima o poi chi starà al Governo penserà a qualche forma di entrata massiccia per rimpinguare le casse.

Patrimoniale sì, patrimoniale no

Dunque, giungerà o no una patrimoniale in Italia e, soprattutto, quali patrimoni colpirà? È probabile che a stretto giro non se ne farà nulla: sarebbe come gettare benzina sul fuoco in questo momento.

Ad ogni modo, prima o poi, la politica fiscale dovrà cambiare registro: taglio alle uscite e incremento delle entrate. A più rischio potrebbero essere i patrimoni medio-alti. Sarebbe, infatti, una contraddizione erogare prima tanti Bonus ai più colpiti dalla crisi e poi stangarli con maggiori tasse. Tuttavia, si fatica a capire dov’è la linea di demarcazione tra i redditi bassi e quelli medio-alti.

Dunque, i dubbi attengono tutti pensando al futuro prossimo. E se la via di fuga dalla patrimoniale passasse anche dall’acquisto di BTP e titoli di Stato anche a costo di un rendimento nullo?

Al pari della notizia sulla patrimoniale, sui social non mancano le riflessioni di esperti e gestori patrimoniali. Qualcuno ha scritto che un possibile target del futuro Governo di turno alle prese con esigenze di cassa potrebbe essere l’imposta di successione. Anche quest’ultima aiuterebbe a far cassa laddove ne fosse necessario.

Tale imposta, inoltre, sarebbe nei fatti un’altra patrimoniale, al pari dell’imposta di bollo su c/c e i Buoni postali o l’IMU (qui ulteriori approfondimenti). Si differenzia solo per il fatto che mentre quest’ultime hanno regolare cadenza annuale, l’imposta di successione (o donazione) si attiverebbe solo al passaggio dell’eredità.

I BTP e quel loro regime di favore

Ora, però, dobbiamo ritornare ai BTP per capire il perché della domanda che ci siamo posti all’inizio e chiudere il cerchio. Bene: va ricordato che Buoni fruttiferi postali e BTP sono esenti dall’imposta di successione.

Ragionando sempre per congetture, quel Governo alle prese con simili decisioni impopolari potrebbe anche esonerare i BTP dal computo della ricchezza. Perché no? Decenni fa si compravano Buoni e BTP per le ricche cedole e interessi, mentre oggi per mancanze di alternative free-risk (o quasi) sul mercato. Quanto interesse avrebbe un Esecutivo a tassare in sede di successione anche chi gli presta i soldi a tassi d’interessi bassissimi?

Al momento il presente non può che essere un vago pensiero e niente di più; infatti, per ora non vi è nulla che lasci pensare a simili novità in arrivo. Ci limitiamo solo a fare qualche considerazione, niente di più e niente di meno. Memori anche del fatto che:

a) come già menzionato, i BTP e i Buoni postali sono esclusi dall’imposta di successione;

b) hanno, poi, entrambi un regime di tassazione “di favore” e pari al 12,5% sugli interessi, contro, ad esempio il 26% d’imposte sul capital gain delle azioni;

c) alcune ultime emissioni (BTP Futura e BTP Italia, per esempio) sono state ideate e lanciate solo a beneficio dei risparmiatori retail. Che hanno voluto premiare il Tesoro concedendo la loro fiducia, coniugando cedole ad amore di Patria.

Dunque, e se la via di fuga dalla patrimoniale passasse anche dall’acquisto di BTP e titoli di Stato anche a costo di un rendimento nullo?

Ora, laddove mai passasse una patrimoniale del tipo su esposta, quanto senso avrebbe riservare un simile trattamento anche a chi ha sottoscritto i BTP?

Ricordiamo, infine, che il cumulo delle obbligazioni detenute dai risparmiatori italiani va ben oltre le semplici emissioni riservate al retail. Si pensi, giusto a titolo di esempio, a quelle indirettamente possedute per il tramite dei fondi comuni di tipo obbligazionario.

Staremo a vedere quello che ne verrà fuori e, come sempre, la Redazione di ProiezionidiBorsa seguirà da vicino la faccenda. Nell’attesa, e nel frattempo, noi resteremo col dubbio: e se la via di fuga dalla patrimoniale passasse anche dall’acquisto di BTP e titoli di Stato anche a costo di un rendimento nullo?

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