È possibile tutelarsi dagli errori del commercialista?

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Quando un commercialista sbaglia oppure omette il versamento dei tributi o la presentazione della dichiarazione dei redditi per conto del cliente, questi può tutelarsi? Per evitare che il professionista commetta degli errori per i quali sarà, poi, il contribuente a pagare, è possibile scegliere alcune tutele. Di seguito vedremo come fare di modo che non sia il contribuente ad avere la peggio.

Il cliente risponde degli errori del commercialista al Fisco?

È possibile tutelarsi dagli errori del commercialista? La risposta è affermativa e prevede alcuni accorgimenti che ogni risparmiatore farebbe bene ad adottare.

Come sappiamo, spesso, gli errori del commercialista ricadono sulle tasche del contribuente che è costretto a risarcire il Fisco e pagare tasse e sanzioni piuttosto elevate.

Immaginiamo una situazione tra le più estreme: il professionista fugge con la contabilità del cliente oppure distrugge tutte le prove che potrebbero incastrarlo. Come può il contribuente fare in modo che non spetti a lui il pagamento delle sanzioni?

La responsabilità del professionista va dimostrata

Secondo quanto stabilisce  l’art. 1176 del codice civile, il professionista ha l’obbligo di adempiere con la massima diligenza alla propria prestazione. Purtroppo però non sempre è così. Nel caso in cui si verifichino degli errori di particolare entità ed attribuibili al commercialista, allora uno degli strumenti di tutela a disposizione del contribuente è la denuncia. Attenzione però a denunciare solo in caso di dolo o malafede da parte del professionista. Difatti, come menzionato qui, il cliente ha l’obbligo di vigilare sul corretto adempimento del professionista al quale si rivolge.

Volendo riportare una citazione di antica memoria, verrebbe da chiedersi: “chi custodirà i custodi?”. Ebbene, dal momento che la vigilanza è anche onere del cliente, la denuncia ha ragion d’essere soltanto nei casi di malafede del professionista. Per tutelarsi ed evitare sanzioni tributarie, dunque, il cliente deve:

  1. dimostrare che l’omissione o la dimenticanza sia esclusiva responsabilità del professionista;
  2. provare di aver denunciato il professionista stesso.

Si può evitare di corrispondere il risarcimento danni all’Agenzia delle Entrate?

È possibile tutelarsi dagli errori del commercialista dunque? Laddove la richiesta di un risarcimento dei danni sia una esclusiva scelta del cliente, l’obbligo di querela si impone per una ragione: in questa maniera, il cliente potrebbe evitare di corrispondere le sanzioni dovute all’Agenzia delle Entrate. Questo, naturalmente, a patto che si dimostrino le suddette ragioni.

Il contribuente deve dimostrare che la violazione tributaria è il risultato di un errore sulle sulle circostanze di fatto di cui non è responsabile. In questa maniera, fermo restando l’analisi del caso, riuscirebbe a non pagare le sanzioni fiscali. In buona sostanza, quello che egli deve dimostrare è che l’errore non sia ascrivibile né determinabile alla sua persona. Maggiori saranno le prove a sostegno del cliente, più alte potrebbero essere le possibilità che la sanzione non venga applicata.

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