È l’era dei gemelli, la scienza ci spiega il perché

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È l’era dei gemelli e la scienza ci spiega il perché nella rivista scientifica Human Reproduction. Grazie ad uno studio condotto da Christiaan Monden (del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford), Gilles Pison (dell’Istituto Nazionale di Studi Demografici di Parigi) e Jeroen Smits (docente di economica della Radboud University di Nijmegen) si è scoperto che dagli anni Ottanta ad oggi il numero di nascite gemellari è cresciuto esponenzialmente.

La ricerca

Studiando i dati raccolti in oltre 100 Paesi nel periodo 1980-85, e confrontandoli con quelli del quinquennio 2010-15, i ricercatori hanno evidenziato come si sia passati da 9.1 gemelli ogni mille nascite a 12. In sostanza un bambino ogni 42 è un gemello.

Questo aumento si è registrato ovunque, ad eccezione del Sud America. Negli USA l’aumento è arrivato addirittura a toccare l’80%.

Le ragioni

Le ragioni di questo cambio di passo nelle nascite è stato ricondotto principalmente a due ragioni ben specifiche. Il sempre maggiore ricorso a tecniche di procreazione assistita (fertilizzazione in vitro, stimolazione ovarica e inseminazione artificiale) e l’aumento dell’età in cui si diventa madri.

Anche in Africa si è registrato un forte aumento di parti gemellari. Ma in questo caso le ragioni sono state ravvisate nella sostanziale crescita della popolazione.

È, dunque, l’era dei gemelli e la scienza ci spiega che ad aumentare sono soprattutto le nascite di gemelli dizigoti. Ovvero neonati concepiti da due ovuli diversi. Per quanto riguarda i monozigoti le nascite sono stabili a quattro parti ogni mille.

Come tutto questo può essere utile

Essere a conoscenza di questa tendenza in tema di nascite è molto importante. I parti gemellari portano, di fatto, con sé, molte più problematiche sanitarie legate alla nascita. Incidendo fortemente sul tasso di mortalità infantile.

Inoltre a livello sociale e medico lo studio sui gemelli, in particolare quelli omozigoti, permette di mettere in evidenza come le abitudini e l’ambiente esterno possano essere influenti nello sviluppo di particolari patologie cliniche o comportamenti sociali.

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