Durata del reddito di cittadinanza e possibilità di rinnovo

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Durata  del reddito di cittadinanza e quali sono le caratteristiche?

Il reddito di cittadinanza è misura straordinaria a sostegno del reddito, quindi si presenta, teoricamente, come una misura temporanea. Questo significa che la sua concessione non è a tempo indeterminato ma è soggetta a precisi limiti di tempo. Si tratta, inoltre, di un sussidio, introdotto a partire dall’aprile 2019 per le famiglie e i singoli senza reddito o con reddito molto basso. Pertanto, è chiaro che per conseguire detto beneficio occorrono requisiti legati al patrimonio e alle condizioni personali. Per quanto attiene alla durata, bisogna specificare che essa è di 18 mesi da quando esso è stato riconosciuto. Terminato questo periodo, è possibile rinnovarlo, previa verifica della sussistenza delle condizioni che ne danno diritto.

In particolare, è indispensabile presentare la dichiarazione Isee, che va rinnovata ogni anno. Se non la si rinnova, il reddito di cittadinanza viene sospeso fino alla ripresentazione. Inoltre, le condizioni stringenti relative al reddito, occorrenti sia per richiederlo che per rinnovarlo, riguardano anche gli altri componenti del nucleo familiare. Quindi, ogni variazione degli elementi innanzi indicati, deve essere tempestivamente comunicata all’Inps. A ciò aggiungasi che c’è l’obbligo di partecipare a tutte le misure di politica attiva del lavoro predisposte per il richiedente e per i componenti familiari. Si pensi a selezioni, colloqui, corsi di formazione ecc. Il mancato rispetto di questo obbligo collaterale comporta prima il ridimensionamento, poi la perdita del sussidio.

Possibilità di rinnovo

Come detto, quindi, Il reddito di cittadinanza scade dopo 18 mesi da quando è stato riconosciuto. Tuttavia, è possibile chiederne il rinnovo. Al momento della domanda di rinnovo, vengono nuovamente verificati i requisiti per il diritto allo stesso, in relazione a tutti i componenti della famiglia beneficiaria. Se le condizioni ci sono ancora, viene rinnovato per altri 18 mesi. Scaduto questo periodo, sempre previo accertamento della persistenza dei requisiti di legge, può essere rinnovato per lo stesso periodo e così via. In sostanza, non c’è un numero massimo di rinnovi dei quali si può beneficiare.

Come ottenerlo

Presupposto fondamentale per poter richiedere il reddito di cittadinanza è la presentazione della dichiarazione Isee. In detta dichiarazione, che riguarda tutti i componenti della famiglia, si devono inserire tutti i redditi. Per essi si intende: il patrimonio immobiliare (case, terreni…), Il patrimonio mobiliare (conti correnti, carte prepagate, depositi, libretti…), i veicoli posseduti. Comunque, vanno dichiarati tutti i dati rilevanti per stabilire le reali condizioni della famiglia. Sulla scorta dei dati presenti nella dichiarazione Isee, l’Inps verifica se il sussidio spetta. Questa dichiarazione però ha una scadenza annuale, cioè perde la validità dopo il 31 dicembre di ogni anno. Pertanto, a gennaio bisogna ripresentarla e se non la si ripresenta, soccorrono le conseguenze innanzi spiegate.

Durata  del reddito di cittadinanza.  Conseguenze in caso di false, omesse o inesatte informazioni

Come illustrato, l’ottenimento del beneficio è subordinato a determinate condizioni patrimoniali in cui versa il richiedente e la sua famiglia (stato di famiglia). Molte di queste condizioni sono soggette ad autodichiarazione e non devono essere documentate. Ciò comporta che in caso di false, omesse, inesatte informazioni, fornite al fine di conseguire ingiustamente il beneficio, la legge stabilisce delle conseguenze. Esse consistono nella decadenza dal beneficio e in sanzioni di altro tipo, tra cui quelle penali, in caso di accertamento del reato di false dichiarazioni.

Inoltre, anche tutte le variazioni relative al reddito familiare e che importano modifica delle condizioni di concessione del beneficio, devono essere dichiarate. In caso di omissione, anche qui, si rischiano pesanti sanzioni. Tra queste, vi è, come anticipato, la decadenza dal sussidio che ricorre, in ogni caso, quando esso è stato erogato sulla base di presupposti falsi dichiarati nella domanda. Quindi, se per ottenere o mantenere il beneficio vengono presentate dichiarazioni e documenti falsi, o si omettono informazioni dovute, vi sono anche possibili conseguenze penali. Infatti, chi percepisce il sussidio non dovuto è punito: con la reclusione da 2 a 6 anni; con la revoca retroattiva del beneficio e con l’impossibilità di chiederlo prima che siano decorsi 10 anni dalla condanna.

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