Draghi si fa dura: si surriscaldano i prezzi alla produzione tedeschi

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Draghi come reagirà? Italia e Germania sempre più agli antipodi… forse

Inizio di giornata immediatamente irto di pensieri per Mario Draghi e il suo staff.

Mai come in questo periodo la BCE necessiterebbe di una continuità di dati sui prezzi calmierati e , se non deflazionistici, per lo meno in linea con le attese di  graduali e strutturali aumenti.

Oggi si è andati ben oltre:

Indice tedesco dei prezzi di produzione (Mensile) (Set) 0,5% 0,3% 0,3%
Indice tedesco dei prezzi di produzione (Annuale) (Set) 3,2% 2,9% 3,1%

 

Due dati su due sui prezzi superiori al consensus e ai precedenti era da un po’ che non si vedevano.

E questa situazione stabile dava forza a Draghi nella sua politica monetaria ancora largheggiante, sia sul fronte dei tassi che su quello del riacquisto di bond pubblici.

Ora, con la Germania locomotiva d’Europa che vede riaccendersi il semaforo rosso dell’inflazione proprio mentre in Italia diventa necessario mantenere e semmai espandere il QE europeo con riacquisto di bond pubblici da parte della Banca Centrale Europea, viene da chiedersi come Mario Draghi riuscirà a contemperare esigenze così agli antipodi…

Ma davvero Germania ed Italia sono così distanti?

A leggere tra le righe della situazione bancaria si direbbe proprio di no. Le grandi banche tedesche sono ingolfate di No profit Loan e relativi asset tossici come se non di più delle grandi banche italiane.

Quelle più piccole invece, udite udite hanno furbescamente evitato fusioni ed agglomerazioni per mantenere dimensioni ridotte che evitassero loro le forche caudine degli stress test…

Ma “stressate” lo sono eccome, soltanto hanno sfuggito i controlli dagli stessi teutoni impostati ed evidentemente evitando le concentrazioni sapevano benissimo come aggirare meccanismi di controllo da loro ideati.

Andando oltre e analizzando i conti pubblici scopriamo proprio nei giorni in cui in Italia è passato il reddito di cittadinanza nonché l’innalzamento delle pensioni minime che in Germania esistono meccanismi analoghi da anni.

Sì , perché nel paese della Merkel, a parte le dorate pensioni degli ex dipendenti pubblici, gli ex dipendenti di aziende private godono in gran maggioranza di pensioni da fame, in alcuni casi sotto i 250 euro.

Poi però interviene lo stato con dei sussidi se non vogliamo chiamarlo reddito di cittadinanza.

E qua viene il bello o meglio il brutto di differenze inaccettabili. Qualcuno dirà be’ loro se lo possono permettere… sapete come se lo permettono? Semplice queste voci sociali non vengono inserite nel bilancio dello stato. Di fatto creano un debito ma non viene postato a bilancio come stiamo per esempio facendo noi con questa contestatissima manovra.

La vera differenza quindi tra Germania ed Italia la fa l’immagine la capacità di vendere un paese virtuoso , dei tedeschi (mentre tutt’altro che virtuosi sono) a fronte della cronica predisposizione italica a farsi del male da soli con un patriottismo tendente a zero che si traduce persino nell’incapacità politica di pretendere modalità di costruzione dei bilanci uguali per tutti.
Così intanto la Germania gran parte del debito all’estero a tasso zero mentre noi ci arrabattiamo a combattere lo spread.

Ma queste cose la BCE le sa , ecco perché probabilmente questo dato inflazionistico passerà sotto l’uscio come le voci assistenziali e le piccole banche tedesche.

E Mario Draghi potrà mantenere la propria impostazione espansiva.

Approfondimento CDS trappola o proiezione della realtà?

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