Dovremo attendere il 2021 per avere un vaccino contro il Covid-19?

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Dovremo attendere il 2021 per avere un vaccino contro il Covid-19?

A che punto è la ricerca sul vaccino e sulle cure per il nuovo coronavirus?

La Commissione per la Ricerca dell’Accademia dei Lincei e la Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana hanno tenuto un convegno ieri, 14 luglio.
L’evento, dal titolo “Aspettando il Vaccino” è stato trasmesso in diretta su Facebook.
Gli scienziati hanno discusso di quali siano le evidenze ad oggi e quali metodi siano in fase di sviluppo per fronteggiare l’infezione da SARS-CoV-2.

I partecipanti hanno parlato dei concetti di base sulla natura di questo virus, dei farmaci che abbiamo a disposizione per contrastarlo e le possibili strategie terapeutiche.

Hanno affrontato il tema dell’evoluzione nell’approccio alla malattia, quello della disinformazione e dell’enorme circolazione di notizie e articoli, non sempre attendibili.

Dovremo attendere il 2021 per avere un vaccino contro il Covid-19? È verosimile.

Gianluca Sbardella, professore di chimica farmaceutica all’Università di Salerno, ha spiegato come la possibilità di avere un vaccino entro settembre 2020 sia improbabile.

Secondo gli ultimi aggiornamenti dell’OMS esistono 160 vaccini in fase sperimentale, di cui 23 già in sperimentazione sull’uomo.

Secondo Sbardella, ma non è il solo a pensarla così, non è detto che il vaccino efficace si trovi.
In ogni caso non sembra verosimile farlo in tempi brevi.
Più probabilmente potrebbe accadere nella prima o seconda metà del 2021.

Cosa invece può aiutare concretamente è lo sviluppo di farmaci specifici e la ricerca sugli anticorpi monoclonali.

Alcuni farmaci già esistenti si sono rivelati efficaci, come il Remdesivir, ma non senza effetti collaterali, problemi di resistenza e costi elevati. Maria Gabriella Santoro, virologa dell’Università di Roma Tor Vergata, sottolinea dunque come la strategia vincente sia usare una combinazione di più medicinali. Quella del “cocktail di farmaci” è una strategia utilizzata anche nella lotta contro l’HIV.

Uno sforzo globale senza precedenti

La comunità scientifica mondiale è attualmente unita in uno sforzo senza precedenti.
È anche la prima volta che assistiamo a una così grande esplosione di pubblicazioni sul tema, molte delle quali contengono opinioni, e non dati verificati. È cambiato il modo in cui vengono disseminati risultati e opinioni scientifiche, senza i consueti controlli e filtri.

Ancor più “impazzite” le pubblicazioni non specialistiche e la circolazione di contenuti opinionisti sui social. Inclusa la diffusione di teorie cospirazioniste.
Tutti fattori che hanno contribuito a una percezione distorta degli eventi da parte della popolazione. Lo spiega accuratamente Enrico Bucci, della Temple University di Roma.

Restiamo in fiduciosa attesa e sempre alla ricerca di informazioni affidabili.

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