Dove vanno i mercati? Intervista a Gian Piero Turletti di Proiezionidiborsa

Portofino

A cura di Gian Piero Turletti
Staff proiezionidiborsa.com

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Parliamo subito della novità finanziaria più rilevante, forse, di questo periodo:finalmente la BCE fa sul serio?

La BCE ha prospettato una politica monetaria di contenimento dello spread, tramite la decisione di acquistare titoli di stato di durata residua sino a 3 anni.
In questo modo, dovrebbe essere contenuto il livello di spread tra paesi con rendimenti più elevati e paesi i cui titoli hanno invece tassi maggiori.
Tali acquisti non riguarderanno, tuttavia, il settore primario, cioè titoli del debito di nuova emissione,
ma titoli detenuti da banche ed operatori istituzionali.
Ovvia la reazione delle borse, che per un verso vedono prospettive di ripresa dell’economia, e per altro verso una più facile sostenibilità del debito pubblico nel medio e lungo termine.

Ma perchè l’economia dovrebbe avere prospettive più rosee?

Intanto, perchè gli acquisti di titoli di stato, mantenendo più bassi i livelli di spread, aiutano peraltro i governi nell’affrontare meglio il problema del debito, e questo si unisce alla maggior liquidità di cui dispongono le banche, a seguito di acquisto di titoli.
Si liberano così importanti risorse a sostegno dell’economia nel suo complesso.

Tutto risolto dunque?
I problemi sono spariti come per incanto?

Direi di no, una prospettiva così positiva pare troppo rosea, alla luce di un sano realismo.
Intanto, dobbiamo considerare gli specifici meccanismi di funzionamento degli acquisti programmati, e poi non possiamo dimenticare gli altri problemi sul tappeto.

A cosa si riferisce?

Intanto, al fatto che il meccanismo di acquisto di titoli di stato emessi sul secondario, dovrebbe operare in collaborazione con acquisti di titoli di stato sul primario, cioè titoli del debito in fase di emissione, da parte dei fondi cosiddetti salva stati, ma su tali fondi pende la spada di Damocle della sentenza delle corte costituzionale tedesca.
Inoltre, il meccanismo di ripresa economica, legato anche alla maggior liquidità del sistema bancario, a sua volta richiede che venga superata la politica da credit crunch finora seguita dal sistema bancario in molti paesi europei.

Quali potrebbero essere i principali effetti del verdetto della consulta tedesca?
Intanto, occorre ricordare come il verdetto della corte sia più difficilmente prevedibile, rispetto ad un analogo verdetto della corte costituzionale italiana. Non fosse che perchè, mentre in Italia un ricorso sulla legittimità costituzionale di norme legislative può essere sollevato solo nell’ambito di un processo, alla corte costituzionale tedesca possono invece ricorrere anche semplici cittadini al di fuori di un contenzioso giudiziario.
Non è un caso che sia stato sollevato un consistente numero di obiezioni di incostituzionalità.
Se il verdetto fosse negativo, comunque il suo impatto verrebbe mitigato, proprio in relazione alle recenti decisioni della BCE.
Avremmo infatti, comunque, una politica di quantitative easing, che prima non avevamo, analoga a quella portata avanti dalla Fed, se comunque la BCE potrà eventualmente operare anche disgiuntamente dai fondi salva stato.

Ma se invece il verdetto fosse positivo, questo non rappresenterebbe una smentita dell’idea originale dell’eurozona, che comunque voleva evitare una sorta di socializzazione del debito dei paesi più deboli?

Questo almeno in parte è vero, ma è proprio questa la novità politica di fondo. Si sta cioè assistendo al mutamento del dna dell’eurozona.
Originariamente il tutto si incentrava sul creare una zona monetaria comune, che non comportava, tuttavia, la condivisione di elementi diversi dal mercato e dalla moneta.
Ora pare che stia maturando una nuova consapevolezza, in base alla quale si ritiene che per affrontare i problemi emersi non basti avere una moneta ed un mercato comuni, cioè una sorta di economia comune, ma occorra passare anche ad un’unione politica, analoga a quella degli USA.

A cosa condurrebbe tutto questo?
Intanto, questa appare soprattutto come la nuova proposta politica della Merkel, che sembra peraltro piacere ai tedeschi, visti anche i sondaggi elettorali a favore del cancelliere, mentre altre formazioni, come i liberali, sono in netta caduta. A questo punto, quindi, possiamo anche comprendere come muti il ruolo dei diversi giocatori sulla scena politica.
Per un verso, la Merkel abbandonerebbe si il suo classico ruolo di custode dell’ortodossia rigorista, ma in cambio di un’unione di tipo politico. Mentre la Buba, come notiamo anche dalle news al riguardo, si porrebbe in funzione anti BCE e legata alla vecchia concezione dell’eurozona.

A cosa dovrebbe portare la nuova unione?

Sostanzialmente, ad un’integrazione delle politiche di bilancio, fiscali, e ad un’unione bancaria.
In pratica, si avrebbero ulteriori cessioni delle sovranità nazionali, per cui le politiche di bilancio e fiscali non potrebbero più essere decise, in ultima istanza, dai parlamenti e dai governi nazionali.
Sinora ogni singolo paese aderente all’eurozona poteva seguire la politica di bilancio e fiscale preferita, purchè venissero rispettati i ben noti parametri europei e con conseguenze sanzionatorie in caso di mancato rispetto.
Invece, nel caso di un passaggio ad una maggior integrazione anche a livello politico, anche le singole scelte dovrebbero ottenere il consenso di enti sovranazionali.

Ed il sistema bancario?
Sinora le banche dei singoli paesi venivano controllate dalle singole banche centrali.
Con il passaggio a questa sorta di unione bancaria, il controllo passerebbe alla BCE.

In tale prospettiva, quale sarebbe il ruolo della Buba?
La Buba si pone in funzione anti BCE anche perchè vedrebbe limitati i suoi poteri.

Ma comunque, non dipenderà anche dal peculiare sistema economico e bancario tedesco, se la Germania ha continuato, anche in questi anni di crisi, ad essere tra le prime economie europee?

In tal senso, va comunque detto che economie come quella tedesca sono significativamente diverse dalla nostra.
Si tratta di un’economia sociale di mercato, che vede abbandonati i dogmi del liberismo puro, anche con significativi interventi di enti statali e non, a sostegno dell’economia stessa.
In tale ottica,le banche possono decidere di finanziare imprese in crisi, anche in concorrenza con altre banche,che invece avevano ridotto le linee di credito.
In tal senso, le altre poi seguono spesso la stessa linea, perchè altrimenti rischiano di perdere la clientela, che passa dalle banche che restringono le linee di credito, a quelle che invece, proprio in ottica di economia sociale di mercato, decidono di continuare a mantenere le linee, ed anzi, di concederle a chi si trova in difficoltà.
Da noi, in Italia, non succede nulla di tutto questo, se non in misura limitata.
Sinora, in questi anni, quello che sono riusciti a mettere sul tappeto governo e banche è qualche moratoria,
ma certo non si è deciso di affidare nuovo credito a chi si trovava in difficoltà.

Passando ora all’analisi tecnica, a suo avviso esistono situazioni di rilievo?

Assolutamente si, diversi indici si trovano ormai a contatto con resistenze grafiche ed algoritmiche di assoluto rilievo, anche in ottica di lungo termine.
Una vera e propria prova del 9 per la continuazione del rialzo.
Sull’oro, ad esempio,si rileva la coincidenza tra i massimi raggiunti sinora ed una quadruplice resistenza grafica ed algoritmica che si ottiene dai seguenti livelli dinamici:
• una prima retta di resistenza interseca i massimi del 2006 e del 2008
• una seconda resistenza rappresenta il bordo superiore di un canale ribassista di lungo, intersecante i massimi di agosto e novembre 2011
• una terza resistenza rappresenta il bordo superiore del canale rialzista iniziato a maggio 2012
• inoltre siamo in presenza di un potenziale massimo mensile dell’indicatore GMPM
per non parlare, poi, di un rilevantissimo setup del Top or bottom.
Altra rilevante situazione sul fib:
il massimo raggiunto nella giornata di venerdì scorso coincide millimetricamente con il bordo superiore del canale ribassista di lungo, in cui le quotazioni sono inquadrate sin dal 2007, ed intersecante i massimi di maggio e giugno 2007.
Inoltre, i recenti massimi sono stati raggiunti in prossimità di un’indicazione di potenziale massimo sul GMPM mensile.

A questo punto, cosa aspettarsi?
Vanno seguite attentamente le evoluzioni dei corsi, aspettando a trovare indicazioni di eventuali ribassi o prosecuzioni dei rialzi alla confermata rottura dei principali livelli di supporto/resistenza.

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