Doppio cognome per i figli, la Corte considera illegittime le norme che attribuiscono automaticamente solo il cognome del papà

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Svolta nell’attribuzione del cognome ai propri figli. Un passo avanti di maggiore allineamento europeo e volto a garantire la parità di genere. Se finora alla registrazione del nome e cognome del proprio bebè era automatico attribuire il cognome del papà, d’ora in poi non sarà più così. C’è spazio anche per la mamma.

La sentenza

«Nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale». Lo comunica la Corte Costituzionale anticipando il nocciolo della sentenza che sarà depositata nelle prossime settimane. Il doppio cognome per i figli è una novità che scardina quello che poteva essere visto come un ancoraggio ad una posizione ancora patriarcale. Infatti la Consulta ritiene «discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio» la regola in base alla quale il cognome deciso è sempre e solo quello del padre.

Cosa cambia

I figli avranno il cognome di entrambi i genitori e l’ordine in base al quale dovrà esserci prima quello dell’uno o dell’altro sarà concordato dai coniugi. L’eccezione, ossia l’utilizzo di un solo cognome, è concessa talora sia espressione di una volontà comune di mamma e papà.

Doppio cognome per i figli, la Corte considera illegittime le norme che attribuiscono automaticamente solo il cognome del papà

Soddisfazione piena per la Ministra della Giustizia Marta Cartabia che ritiene la sentenza rappresenti un passo importante verso l’uguaglianza di genere nell’ambito della famiglia. E in verità la Consulta ha trovato l’assenso anche di molti partiti. Italia Viva, PD, M5S e Radicali in particolare da tempo attendevano tale disposizione. Anche la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti ha garantito il massimo impegno per seguire tutto l’iter parlamentare che ne seguirà. Tutto ha avuto inizio con una coppia della Basilicata che nel 2020 presentò un’istanza al Tribunale di Lagonegro. Una svolta storica nel nome dei diritti del nuovo nato.

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