Dopo Tiffany, si prepara una valanga di M&A nel settore lusso

Tiffany ai minimi storici

Mentre il colosso Tiffany & Co annuncia di aver ricevuto un’ulteriore approvazione normativa per l’acquisizione da parte del colosso francese LVMH, grandi investitori e fondi si preparano allo shopping nel settore luxury. Lo conferma uno studio firmato Deloitte.

L’operazione Tiffany si farà

Il rivenditore di gioielli statunitense ritiene che il suo ingresso nella galassia LVMH sarà completato entro la metà del 2020. Lo scorso novembre, la proprietà di Louis Vuitton LVMH ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per l’acquisizione di Tiffany & Co per circa € 14,7 miliardi (£ 13 miliardi). Si tratta della più grande acquisizione mai intrapresa dal colosso francese. Questo di Tiffany era uno dei deal più danneggiati dalla pandemia.

Era stato definito un prezzo molto alto dalla società francese del lusso LVMH. Ma con il senno di poi, potrebbe anche essere rivisto. Si tratta però di un’operazione ancora interessante dal punto di vista strategico, considerato il marchio acquisito, le sue dimensioni e la coerenza dell’operazione. Certo, la pandemia che ancora infuria in Usa, sta massacrando gli utili della società e la quotazione del titolo. Gli operatori del settore si stavano appunto domandando se LVMH stesse pensando di chiedere uno sconto oppure abbandonare l’operazione.

Tutti pronti per lo shopping

L’esempio di LVMH che non molla la presa, ha ispirato molti grandi investitori e fondi a prepararsi per un grande shopping (a saldo) nei settori chiave del luxury. Che coinvolgono ovviamente anche il made in Italy: la penisola è battuta in questi giorni da società di consulenza che valutano imprese dell’abbigliamento e gli accessori, la cosmetica, i profumi e il digital luxury. Uno studio firmato Deloitte chiarisce che gli investitori si aspettano che i mercati Asia e Middle-East recupereranno più rapidamente dopo l’impatto negativo del coronavirus. E se tra i primi a crescere è il settore fashion e luxury, bisogna darsi da fare per entrare nei capitali di rinomati brand.

Dopo Tiffany, si prepara una valanga di M&A nel settore lusso

Gli investitori stimano un impatto negativo del Covid-19 sui ricavi del 2020 tra il 21 e il 30 per cento. Nel breve termine, la pandemia avrà un impatto significativo soprattutto su hotel di lusso, crociere, orologi e gioielleria, arredamento. Sarà diverso, secondo quanto emerge da un’indagine di Deloitte, l’impatto sui beni di lusso personali, come abbigliamento e accessori, cosmetica e profumi.  Insieme al lusso digitale, risulteranno più resilienti rispetto agli altri beni di lusso. Questi segmenti in particolare dovrebbero registrare una riduzione di fatturato più limitata e un successivo aumento dei ricavi del 10 per cento entro il 2025.

Occhi aperti su chi ha fatto dietro front

Attualmente la probabilità di annullamento/taglio dei prezzi nelle operazioni di fusione e acquisizione è a un punto di svolta. Gli spread hanno invertito la tendenza verso la fine di marzo, riflettendo l’andamento della volatilità dei mercati azionari e del credito. E oggi si sono stabilizzati intorno a un livello che è del 4% circa più alto rispetto a quelli pre-Covid. Ma perché non tutti i deal arrivano alla firma?

Tra le cause più frequenti del fallimento di un M&A ora che la ‘caccia’ è aperta, ci saranno la mancata autorizzazione da parte delle autorità antitrust, il divieto da parte di un’autorità di controllo degli investimenti esteri. Oppure problemi con il finanziamento dell’operazione o eventi avversi che influiscono sull’attività delle società coinvolte. Tutte cose da tenere in conto.

Dopo Tiffany, si prepara una valanga di M&A nel settore lusso

Alcuni investitori invece hanno deciso di prendere tempo e guardarsi meglio intorno, per scommettere su business più profittevoli di quelli individuati in precedenza. Ma anche per guardare meglio avanti, al futuro che si prepara. Per alcuni settori, il cambiamento dello stile di vita dei consumatori attualmente in atto, rischia di sovvertire abitudini e regole che parevano consolidate. Infine, alcuni investitori sono in stand by, semplicemente perché attendere fa guadagnare. Gli stimoli fiscali e monetari promessi già qualche mese fa da governi e banche centrali sono arrivati ora o in arrivo a brevissimo. Dunque, prima di firmare, conviene attendere la pubblicazione di bandi e decreti.

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