Dopo Agenzia delle Entrate e INPS attenzione all’ennesima truffa che arriverebbe per email a nome di un’importante istituzione estera

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Gli indirizzi email di milioni di italiani sono obiettivo di un’ennesima truffa. Dopo Agenzia delle Entrate e INPS, i truffatori hanno tentato anche di spacciarsi per funzionari del Ministero dell’Interno. Non solo: hanno iniziato poi a diffondere mail fasulle a nome di polizia e carabinieri. Ma adesso bisogna fare attenzione all’ennesima truffa che arriva sui PC ancora tramite indirizzi di posta elettronica. Si tratta, ovviamente, dell’ennesimo tentativo di phishing. Per i lettori che non dovessero ancora conoscere questa truffa, ecco di cosa si tratta. Tramite una mail che sembra in tutto e per tutto valida, da parte di aziende, banche o istituzioni importanti, vengono comunicati presunti accertamenti e controlli. Viene poi chiesto alla vittima di turno di inserire i propri dati in alcuni moduli online.

I più ingenui possono cascarci e finire per consegnare tutte le proprie informazioni private agli hacker, che le useranno poi per varie operazioni criminose. Furti d’identità, per esempio; ma non solo. Alcuni utenti potrebbero finire addirittura con i conti bancari svuotati. Il phishing è una tecnica sempre più comune. Il nome deriva dal termine inglese “fishing”, ovvero “pescare”. I dati finanziari e personali rubati di solito finiscono nel dark web venduti ai migliori offerenti.

Dopo Agenzia delle Entrate e INPS attenzione all’ennesima truffa che arriverebbe per email a nome di un’importante istituzione estera

Ma come funziona questa specifica truffa? Addirittura, stavolta, i criminali informatici si sono inventati una fantomatica appartenenza alla “Brigata per la protezione dei minori” francese. La mail è piena di errori e refusi. È scritta a nome di una fantomatica signora “Catherine De Bolle, Comandante della Brigata per la Protezione dei Minori (B.P.M) in collaborazione con Ufficio europeo di polizia (EUROPOL)”. Ad essere  contestato è un presunto “sequestro informatico tramite cyber-infiltrazione (autorizzata in particolare in materia di reati informatici dal 2014)”. L’utente è avvisato di essere oggetto di numerosi procedimenti giudiziari secondo il “Codice Penale vigente nell’ambito della Cybercrime”. I presunti reati contestati sarebbero “Pornografia Infantile – Pedofilia – Esibizionismo – Cyberpornografia – Diversione Del Meglio”.

Da qui poi la mail esporrebbe una serie di informazioni completamente senza senso: in particolare che l’utente sarebbe stato “preso di mira dal Cyber-Gendarme”. Se l’utente non risponderà alla mail entro 72 ore, tutta la documentazione verrà “inviata all’ufficio del sostituto procuratore vicino al Tribunal de Grande Instance di Créteil, specialista in Cybercrime al fine di istituire un mandato di arresto”. Addirittura, la mail minaccia di divulgare queste informazioni a giornali e TV per rovinare la reputazione dell’utente “incriminato”. Ovviamente, si tratta di una panzana dall’inizio alla fine: quando si ricevono questo tipo di email, la cosa migliore da fare è contrassegnarle come spam.

Approfondimento

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