Divoriamo pasta per combattere la paura

pasta

Un avviso da non prendere sotto gamba, perché c’è un precedente che fa riflettere. In effetti, divoriamo pasta per combattere la paura per il contagio da coronavirus. Unione Italiana Food e ICE hanno commissionato a Doxa una ricerca sui consumi durante il periodo di lockdown. In quel lasso di tempo, le famiglie hanno riempito il carrello della spesa con il 24% in più di confezioni di pasta. I consumi sono aumentati in cinque Nazioni: Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Questi Paesi rappresentano più di un terzo del consumo mondiale di pasta.

Quanta pasta mangiamo

Il campione preso in considerazione è di 5mila persone. Gli italiani divorano la pasta, portandola sulla propria tavola quasi tutti i giorni e mangiandone pro capite circa 23 chili all’anno. Gli americani hanno un consumo pro capite di 9 chili all’anno, i francesi e tedeschi 8 chili, infine i britannici 3,5 chili all’anno. In effetti, la pasta è stata acquistata durante il lockdown  con maggiore disinvoltura perché è facile da preparare e piace a tutti.

Il record della pasta

L’industria alimentare italiana è il primo produttore mondiale di pasta con 3,5 milioni di tonnellate nel 2019. Inoltre, siamo anche i primi esportatori. Il 60% della nostra produzione finisce sulle tavole dei cittadini stranieri. Ciò significa che tre piatti di pasta italiana su quattro mangiati, in Europa, corrisponde uno ogni quattro a livello globale.

Le previsioni per il futuro

Entro fine anno l’export dovrebbe andare in doppia cifra, segnando un aumento del 20%. Dunque, le prospettive sono interessanti. Non è facile sbilanciarsi troppo, perché la pasta può ottenere un risultato più importante se avviene a livello mondiale un nuovo lockdown. Come detto prima, divoriamo pasta per combattere la paura per il contagio da coronavirus. Di conseguenza, non è escluso che la domanda di pasta continui a crescere anche l’anno prossimo. Tuttavia, l’industria alimentare si sta già attrezzando con la semina di grano duro in corso, rimodulando gli approvvigionamenti su numeri che non sono quelli delle campagne precedenti.

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