Dividendi: quando la cedola potrebbe essere per sempre

Dividendi

Esistono tendenze a lungo termine  che hanno il potere di continuare a pagare dividendi per i decenni a venire. Ecco le cedole che durano per sempre.

Il futuro dell’energia

Le ultime vicissitudini sul petrolio hanno fatto capire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il greggio è sempre più soggetto a fattori esogeni. Si tratta di elementi che influenza l’andamento delle quotazioni attraverso forze che non sono più controllabili dal mercato. Questo perché non derivano più da un rapporto di domanda e offerta come spesso accade per quello che viene scambiato sui mercati.

Il futuro vede l’energia rinnovabile al primo posto e molte aziende stanno puntando ad attirare l’attenzione degli investitori anche attraverso le cedole. Per questo motivo, proprio le azioni delle rinnovabili possono essere eccellenti opzioni per coloro che cercano un flusso di reddito potenzialmente costante.

I titoli e i dividendi da guardare

Un primo nome può essere quello di Atlantica Yield (AY) che punta al tris fatto da eolica, solare e idroelettrica. Si tratta di un pacchetto che, attualmente, fornisce all’azienda il 66% del suo flusso di cassa. A queste tre opzioni si aggiungono centrali elettriche a gas naturale e impianti di dissalazione dell’acqua. Si tratta di un mix che permette di avere flussi di cassa stabili e prevedibili anche grazie a contratti a lungo termine a tasso fisso. Anche per questo si spiega il dividendo al 6,5%. E per il futuro? I capitali vengono investiti anche per ampliare il portafoglio e investire nella ricerca, tanto da permettere ai vertici di guardare al futuro con sicurezza. E non solo al futuro dell’azienda in sé ma anche a quella dei suoi azionisti visto che le previsioni parlano di una crescita annua del suo dividendo dell’8%-10% fino al 2022.

Il rischio, se piace

C’è poi anche Pattern Energy (PEGY) maggiormente focalizzata sui parchi eolici, ma diversificata, da un punto di vista geografico, tra Usa, Canada e Giappone. Anche in questo caso si parla di vendita dell’energia prodotta agli utenti finali (le utility) con contatti a lungo termine e a tasso fisso. Ecco allora il 6,2% della cedola. Il punto debole per questo titolo? Si chiama payout ed arriva a circa 112,50%. Ed è proprio questo che rappresenta il rischio. Ma l’azienda già parla di un abbassamento a circa l’80% per il prossimo anno. Un risultato che dovrebbe arrivare con acquisizioni e soprattutto con nuovi investimenti.

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