Dividendi di giugno: quali scegliere a Wall Street?

Dividendi

Con la ripresa in vista sui mercati ci sono i dividendi di giugno. Quali scegliere a Wall Street?

Perché comprare azioni a Wall Street?

Migliora l’umore degli investitori che guardano ai dati macro, negativi, con interpretazioni positive. Infatti se tutti i risultato sono con in forte perdita, si tratta di risultati che erano ampiamente previsti e prevedibili. Ma in molti casi sono dati macro meno peggio di quanto si temesse. In quest’ottica arrivano anche i dividendi di giugno. Quali scegliere a Wall Street? Prima di tutto: perché comprare azioni a Wall Street? Indubbiamente anche l’economia americana è stata vittima di una crisi senza precedenti. Ma a differenza del resto del mondo la piazza di scambio americana, forte del suo recupero, sembra avere una posizione più stabile.

Investire in dividendi

Per questo motivo in molti si chiedono, con i dividendi di giugno, quali scegliere a Wall Street. Una delle poche certezze sarà la volatilità. Anche in vista di una possibile guerra dei dazi con la Cina. Infatti il coronavirus ha avuto, tra le sue tante, spiacevoli conseguenze, anche quella di riacuire le tensioni fra le due superpotenze. Ma questa volta, visto il precedente della pandemia e soprattutto di una gestione nebulosa da parte di Pechino, la forza degli Stati Uniti potrebbe sfruttare anche l’appoggio di altri paesi. Magra consolazione per chi ha deciso di sfidare la sorte con investimenti speculativi.  Più tranquillo, invece, il classico cassettista che vuole investire in dividendi.

Dividendi di giugno: quali scegliere a Wall Street?

Ma adesso, con l’arrivo dell’estate, un pensiero va ai dividendi di giugno. Quali scegliere a Wall Street? Un suggerimento potrebbe essere Trinity Industries (NYSE: TRN). Si tratta, infatti, di una compagnia ferroviaria che fornisce, tra le altre cose, navi cisterna per il trasporto di petrolio ma anche vagoni ferroviari per il settore agricolo e quello metalmeccanico. Praticamente un nome focalizzato sulla logistica e le catene di approvvigionamento. Una voce che la pandemia non è stata in grado di bloccare. Come anche la crisi del petrolio. Infatti uno dei tanti paradossi del barile è che l’abbondanza di materia prima ha portato con sé la necessità di strutture di stoccaggio e trasporto. Anche per questo il suo rendimento attuale del 3,8% piace non poco agli investitori.

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