Disoccupazione stabile in Francia e i prezzi?

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La mattinata macroeconomica si è aperta con alcuni dati sulla disoccupazione che non alterano il quadro generale del momento attraversato dall’Europa:

  EUR Tasso di disoccupazione francese (3° trim.) 9,1% 9,2% 9,1%
  EUR Indice tedesco dei prezzi di produzione (Mensile) (Ott) 0,3% 0,3% 0,5%
  EUR Indice tedesco dei prezzi di produzione (Annuale) (Ott) 3,3% 3,3% 3,2%

 

In Francia la disoccupazione batte leggermente le attese al 9.1% versus 9.2% ma resta in linea col dato precedente.

Ora sarà interessante vedere se Macron tenderà a vedere il bicchiere mezzo pieno di un dato che non peggiora la situazione occupazionale o il bicchiere mezzo vuoto di una disoccupazione che , percentualmente, resta comunque su livelli allarmanti.

Da come si sta disinteressando della violenta protesta dei gilet gialli andandosene in viaggio in Germania e demandando il tutto alle forze dell’ordine, si può pensare che tutto sommato il presidente francese si ritenga soddisfatto. Peccato per lui che ormai circa il 90% dei francesi non la pensi come lui.

Certo siamo lontani dal picco del 2015 a 10.4% ma molto più sopra di quando nel 2001 al momento dell’entrata in vigore dell’euro il dato sulla disoccupazione francese era al 7.8%.

Disoccupazione e prezzi: quali effetti?

Per fortuna di Draghi invece il dato sui prezzi alla produzione tedeschi è uscito in linea con le attese sia su base mensile che su base annuale.

Certo, il 3.3% annuo supera la rilevazione precedente, posta a +3.2%, ma non così significativamente da porre Draghi e la BCE in condizione di intervenire.

Sì, perché l’ultima uscita pubblica di Draghi ha lasciato aperte molte porte sulle intenzioni a breve termine della BCE: da un lato l’ipotesi, per la verità molto ottimistica, di una proroga del QE, dall’altro la possibilità che la Banca Centrale Europea inizi a pensare seriamente a rialzare i tassi di interesse nel caso i segnali di incremento dei prezzi prendessero una consistenza inflazionistica.

Decisione che risulterebbe produrre effetti drammatici per paesi come Francia, Italia, Spagna e Portogallo che vivono livelli di disoccupazione massimali rispetto al decennio trascorso se non addirittura da inizio secolo.

Per ora meglio così dunque , il dato odierno consentirà a Draghi ed alla BCE di mantenere, se non altro, gli standard attuali.

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