Il tasso di disoccupazione trimestrale è sceso al 10.2% versus 10.3% e molto meglio del precedente a 10.7%.
Tra tanto frinire agitato del disastro italiano in mezzo a una cascata di dati macroeconomici globali sotto le attese oggi, è proprio l’Italia a prendersi una piccola ma significativa rivincita.
Un piccolo segnale incoraggiante dal dato
Certamente nulla di trascendentale ma comunque un piccolo segnale incoraggiante che può aiutare il nostro paese e il nostro spread in una fase cruciale di, per ora teorico, cambiamento politico.
Se in meglio o in peggio solo il tempo e i risultati potranno stabilirlo.
Ma nel frattempo trovo equo che chi governa l’Italia, in base a un voto democratico, possa realizzare i propri programmi.
La disoccupazione in calo è leva importante per fare comprendere che evidentemente il voto si specchia ancora in una fiducia che crea posti di lavoro.
Ora serviranno conferme e ulteriori miglioramenti, significativi in progressione.
La UE non molla. Effetti della disoccupazione
Se da un lato il Governo concede qua e là alleggerimenti della manovra, dall’altra l’UE fa concessioni limitatissime a differenza di quanto accade per Spagna e Francia.
L’UE pare disposta a concedere un 1,95% contro il 2% che Tria vorrebbe in qualche modo imporre al governo.
E’ ormai certo che il tempo perso vale ben più dello 0,05% di rapporto deficit/PIL in ballo, mentre milioni di italiani attendono di conoscere le norme che regoleranno il loro ingresso in pensione.
Inoltre si attende di capire quale sarà l’approccio al mondo del lavoro col sostegno del reddito di cittadinanza e le aziende che non conoscono ancora come pianificare scadenze fiscali e piano assunzioni.
Difficile fare un conteggio preciso ma certamente sono miliardi di PIL italiano che queste lungaggini e incertezze stanno facendo saltare.
E’ un vero miracolo in un simile contesto di precarietà che la disoccupazione in Italia sia scesa.
A chi giova questa UE è complesso da capire…forse…
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